I Santo Niente tornano con un disco che a dir la verità non soddisfa le aspettative. Se da una parte le canzoni si presentano con una vena più cantautorale, soprattutto nei testi, dall'altra si capisce che non è qui che si deve andare a ricercare quella particolare vena compositiva presente nei migliori lavori del gruppo di Umberto Palazzo. "La vita è facile", "Sei na ru mo'no wa na 'i" e anche "Crossfader" erano di ben altro spessore. Non fraintendiamoci: "I fiori dell'agave" è un buon disco, piacevole all'ascolto, pecca solo di non coinvolgere adeguatamente chi ascolta, soprattutto se si pensa che stiamo parlando di uno dei gruppi maggiormente affermati di quello che era il circuito della C.S.I..

Infatti i Santo Niente sono nati sotto l'ala protettiva di Ferretti e soci e quell'appeal non l'hanno perso ma sembra quasi che stia sfumando nel tempo. Le canzoni migliori sono "Prima della caduta", "Nuove cicatrici" e "Candele", quest'ultima breve ma immensamente poetica. Che dire, nè una totale delusione ma neanche si brilla di infinita gioia dopo aver ascoltato questo disco. Credo, comunque, che quest'ultimo lavoro verrà degnamente arricchito e migliorato dall'ottima resa dal vivo del gruppo bolognese che ha accumulato negli anni una grande esperienza live. Dategli un ascolto: vale la pena, credetemi.

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