Fulmine a ciel sereno questo Sauna: Um, Dois, Tres dei Sau Paulo Underground, vuoi perché non sapevo nemmeno dell’esistenza di tale progetto, vuoi perchè riuscire a mescolare elettronica, jazz, bossanova e avanguardia in maniera fresca e rilassante non è da tutti e vuoi perché ruotando il cd scopro che la mente è quella dell’iperattivo Rob Mazurek (Chicago Underground, Tortoise, Tigersmilk), praticamente un sinonimo di qualità, assieme al percussionista sudamericano Mauricio Takara.
Disco fisico innanzitutto, tutti e due i compositori lavorano su computer, sampler e elettroniche (oltre che con tromba, piano e batteria) ed è proprio la componente electroanalogica a rendere terrena e presente la title track d’apertura, che magicamente salta senza neanche accorgersene da un etereo free jazz ad un avvolgente e ipnotico basso malinconico. Reminescenze del Davis di Bitches Brew troviamo in "Pombaral", spettacolare funky caldo e fluido, nove minuti scorrono e ripuliscono, si addensano in un unico nero blocco, riesplodono e si riallungano. La cantilena sbilenca di "Realm of The Ripper" è solo un’introduzione per l’onirica Olhosssss, dei Boards of Canada che si divertono (e divertono), una tromba che saltella su scherzi elettronici, Squarepusher rallentato, che perde aggressività e guadagna in spettro cromatico mentre AFRIHOUSE, eccolo il pezzo che cercavo, con un groove della madonna, matrici bianche e nere che s’intrecciano, aria pulitissima nei polmoni, sole che scalda ma non brucia, pura anima che viene dall alto, è indubbiamente benedetta da David Byrne. Non contenti di tutto ciò provano (e bene) l’electropop con "Black Liquor", si buttano sulla cavalcata tribale di "Balao De Gas", da cui ne tirano fuori una tromba che dolcemente si infila in testa e non se ne và più per poi mestamente appisolarsi con Numa Grana, voci filtrate da chissà quale idea.
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