Mi sorprende molto non trovare alcuna recensione di Sarah McLachlan in DeBaser, se non altro per il fatto che la sua "Angel" (contenuta in Surfacing del 1997) è stata propinata in tutte le salse, fra svariate colonne sonore e versioni con ospitate. Addirittura esiste una rilettura della nostra Syria (!). Ad ogni modo la mia scelta è caduta su questo Fumbling Towards Ecstasy, disco del 1994 che rappresenta per molti, me compreso, la vetta ancora insuperata di una carriera abbastanza altalenante. Ma ora un po' di biografia: Sarah McLachlan è stella del firmamento canadese già a 18 anni quando incide il primo e complesso Touch (1989). Polistrumentista, scrive e accompagna al piano e chitarra tutte le sue canzoni sotto l'egida produzione di Pierre Marchand. Del 1991 è Solace, decisamente un passo avanti per ispirazione e lirismo ( da studiare il brano "Terms"). Si arriva al 1994 ed in airplay c'è "Good Enough": appassionata guitar-ballad corredata di discreto video. Ci si accorge che Sarah è anche parecchio graziosa! Che fare? Approfondire? Decido di sì. Il disco si apre con "Possession" e scopro che la ragazza non disprezza un po' di synth. Tuttavia la versione nascosta solo piano e voce, piazzata a fine disco, è decisamente superiore all'intro. "Wait" e "Plenty" sono curate ma, a ragione di ciò che seguirà, meno impegnative. La strada verso l'estasi, infatti, si inerpica in "Mary" e "Elsewhere": passaggi armonici molto emozionanti sposati a testi veramente poetici. Con "Circle" la tensione emotiva cala un po' grazie ad un inizio veramente simpatico con risatina.. Nella seconda parte del disco Sarah, però, non scherza più. Lo si capisce dall'intensità del suono e delle parole di "Ice" e nella meravigliosa canzone di morte "Hold on". Anche "Ice Cream" smentisce un titolo fin troppo esplicito nelle intenzioni e ben si lega ai due pezzi finali "Fear" e la title track: due mantra ipnotici fra drum machine, archi e delicati vocalizzi. In chiusura oltre alla già citata Possession acustic il cd comprende una bellissima rivisitazione di Blue di Joni Mitchell.
Fumbling Towards Ecstasy (letteralmente: brancolando verso l'estasi) è un disco da avere poiché, sebbene sia meno immediato e privo di quelle affascinanti fioriture di voce che hanno dato più immediatezza ai dischi successivi facendole guadagnare molti favori e ben 2 grammies, rappresenta un lavoro molto pensato, lontano da qualsiasi logica di mercato e volutamente ostico.
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