Punk rock dalla Jugoslavia! Ma chi l'avrebbe mai detto?
Eppure è tutto vero.
Satan Panonski, all'anagrafe Ivica Čuljak, fu un animale senza pari. Non solo un "animale da palcoscenico" ma un animale per tutti i 365 giorni dell'anno! Omosessuale dichiarato, ai tempi il "coming out" non era ben visto, alcolista e autore di un omicidio consumatosi durante una rissa.
Panonski passò metà della propria esistenza in carcere e in istituti psichiatrici. Eppure trovò il tempo materiale per suonare e produrre musica. Sia con alcune bands sia con il proprio nome di battaglia.
Allo scoppio della guerra nei Balcani, il nostro decise di arruolarsi nelle milizie croate. Gente che, per chi non lo sapesse, cantava le lodi degli ustascia e gente che , a livello di crudeltà , non era seconda a nessuno dei protagonisti di quei tragici e ben noti eventi. Ma che cazzo ci faceva un punkettone antiautoritario e omosessuale in mezzo a degli ultranazionalisti? Non ci è dato saperlo. L'unica cosa purtroppo nota è che in guerra Panonski ci lasciò la pelle! Molti sostengono che sia stato fucilato dai suoi stessi compatrioti. Forse non potevano tollerare la presenza di un simile personaggio tra le proprie fila.
Panonski produsse tre dischi solisti.
Quello in esame si chiama "Ljuljamo ljubljeni ljubičasti ljulj" (che vordì??) ed è datato 1989. Produzione grezzissima, lo-fi prima del lo-fi e una musica elementare, semplicissima, accompagnata da grida sconnesse e ossessive. Ascoltatevi "Nadja" per capire cosa intendo.
Un disco che, oggettivamente, fa schifo! Eppure questo disco racchiude la personalità schizoide e malata del GG Allin croato, morto in stranissime circostanze in quel dannato inverno del 1992.
Da ascoltare una sola volta e tutto d'un fiato. Si dimostrerà un'esperienza da brividi.
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