Satyricon – Dark Medieval Times (1994)
Nati in Norvegia nel 1990, i Satyricon rappresentarono la punta di diamante del movimento black metal norvegese dei primi anni '90, soprattutto in virtù del loro “Nemesis Divina” del 1996, il capolavoro del True Norwegian Black Metal prima che questo cominci ad intraprendere strade diverse (che i Satyricon stessi, coraggiosamente, prenderanno).
Nel 1994 il movimento norvegese era ormai formalizzato: i Mayhem, sulla scena da una decina di anni, erano già usciti con l'EP “Deatchrush” nel 1987 e nel '94 uscirà il loro masterpiece “De Mysteriis Dom Sathanas”. I Darkthrone, nati nell'87, nel 1992 fecero uscire “A Blaze in the Northern Sky”. Nell'anno di “Dark Medieval Times” usciranno anche “Vikingligr Veldi” degli Enslaved e “In the Nighstide Eclipse” degli Emperor.
Nel loro primo lavoro, “Dark Medieval Times” appunto, i Satyricon presentano una formazione a due elementi, Satyr (al secolo Sigud Wongraven, classe '75), alla voce, chitarra, basso, e Frost (al secolo Kjetil-Vidar Haraldstad, classe '73) alla batteria. L'influenza del folk norvegese è fortissima.
WALK THE PATH OF SORROW – Dopo un intro sinfonico (forse un po' tropo lungo), c'è una grintosa partenza con tastieroni. La canzone si snoda poi tra continue fermate e ripartenze, facendoci intuire che dietro una composizione ancora acerba la classe è superiore.
DARK MEDIEVAL TIMES – La title track parte nuovamente lenta per poi accelerare, regalandoci dei riff quasi thrash, tra i più inquietanti della loro carriera.Proseguono gli intermezzi acustici, comprensivi di fluati medioevaleggianti. Molte parti suonate, meno cantate.
SKYGGEDANS – Il testo è in norvegese. L'andamento è marziale, al limite dell'epic (anche per via della costante presenza di tastiere, comunque mai invasive). Un pezzo simil-orchestra, prima di un finale più veloce.
MIN HYLLEST TIL VINTERLAND – Nuovamente il norvegese nel testo. Si potrebbe definire, ad altri volumi, una ballata. La voce di Satyr arriva direttamente dalle profondità delle terre più recondite della Norvegia. La canzone di per sé sa di inconcludente, anche se decisamente di atmosfera.
INTO THE MIGHTY FOREST – Si riparte con riff epici, marziali, cadenzati. La batteria di Frost suona come una marcia di guerra. Questa volta, l'interludio acustico è il pretesto per una tempesta di suoni. Il pezzo bisbigliato, preludente ai lavori più maturi, piacerebbe a Marilyn Manson. Finale che arriva tra riff mestissimi.
THE DARK CASTLE IN THE DEEP FOREST – Questa è la canzone dell'album che più si rifà agli stilemi canonici del black metal. Sempre presente il binomio lento-veloce, ma il primo invece di essere acustico è distorto, con melodie da castello del conte Dracula. Bel finale.
TAAKESLOTTET – Ancora norvegese (3 canzoni su 7). Dopo una partenza tiratissima, un pezzo doom con grandissimi riff. I Satyricon sembrano dare fondo alle loro ltime energie. Solito pezzo epico e marziale prima di un pezzo di chitarra acustica che sfocia poi nel finale con cori di tastiera demoniaci.
In generale, l'album (che, va detto, non è invecchiato benissimo) è ancora acerbo, incerto su come destreggiarsi tra black metal classico e pezzi folk-medioevali. La classe pero si intravede, ed è pronta ad illuminare i lavori successivi.
TOP: INTO THE MIGHTY FOREST
DOWN: MIN HYLLEST TIL VINTERLAND
GIUDIZIO GENERALE: 0 (mediocre)
5+ → i migliori album della storia (es. Velvet Underground and Nico)
4+ → capolavoro 3+ → ottimo 2+ → buon lavoro + → sufficiente
0 → mediocre
- → mezzo passo falso 2- → non sufficiente 3- → male 4- → pessimo
I giudizi vanno intesi in chiave assoluta, cioè 4+ non intende il capolavoro dell'artista (che può essere anche 0, o -) ma capolavoro in senso assoluto.
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