E’ un libro anoressico, fosse un essere umano potrei contargli le costole senza chiedergli di sollevare per un istante quella stinta e larga maglietta che indossa. Ve lo sconsiglio vivamente se state attraversando un momento parco di soddisfazioni e che si può identificare con il colore sbiadito di quella mal stirata t-shirt di cui sopra. Dico questo perché il libercolo in oggetto lascia ben poco spazio alla speranza ed all’ottimismo ed è un racconto che, nonostante i suoi anni, si sposa forse fin troppo bene con i tempi odierni. Bastardi, diceva un comico cui mi sfugge il nome.

Essendo tendenzialmente puntuale in talune circostanze, invece di cercare di masturbare il cellulare per torturare i minuti, trovo divertente osservare la gente che cammina e, più precisamente, le scarpe. Me ne fotte meno di nulla riconoscere i modelli e gli assurdi prezzi, molto più interessante osservare i movimenti che fanno i piedi… Ci sono suole di gomma che sembrano siano piene di calamite, condannate all’eternità ad inseguire in un perpetuo valzer quelle che, poco più avanti, evidentemente sono ricoperte di ferro. Le scarpe che arrancano in seconda fila hanno un passo privo di armonia, ritmo, circolarità e soprattutto di sicurezza. Accelerazioni improvvise alternate a goffe frenate, perché mai si azzarderebbero a pensare di poter superare: le strette e conosciute vie cittadine si tramuterebbero all'istante in un oceano ed ogni tremula scelta sarebbe uno scoglio. Barrichello e Schumacher. Non serve nemmeno che mi debba avvicinare: la voce dell'insicuro proprietario di quel paio di pulite e scintillanti scarpe da tennis la sentirei appena, ne sono certo. Gli occhi sulle tre striscie inclinate ed anche se sono troppo lontano per sentire il suono della falsità, sono certo che quella risata sia fuori luogo ed un goffo modo per cercare di tentare di negare quel suo essere completamente a disagio. E’ il buono, se volete il fesso, della compagnia ed i buoni purtroppo vengono assai spesso masticati, sfruttati ed infine sputati senza tanti complimenti sui bolognini del centro. La sporca ed irregolare tavola sulla quale banchettano ad intermittenza i piccioni, tra il tentativo del calcio di un adolescente, la folle corsa di un bambino sorridente ed un sciò indispettito, ma composto, di una radical chic al cellulare.

Tommy Wilhelm è una persona che, giunta ad un’età adulta, scopre di aver sbagliato tutto nella sua vita; privo di una spina dorsale viene investito dai problemi che gli si parano davanti in una spirale vorticosa che sembra non voler avere fine. Ha accumulato negli anni troppi errori ed ora questi metri di neve su un crinale in inverno gli valangano addosso con un ritmo martellante. E’ un saggio breve per un’opera secondaria di Saul Bellow, reso famoso da “Herzog” e “Il re della pioggia“. Pochi lo conosceranno ma mi piace particolarmente per tematiche e durata: ve la voglio consigliare per il lucido realismo con il quale descrive i tristi patemi di un protagonista che perde il passo per quanto si dia da fare. In un grigio pomeriggio newyorkese in compagnia dell'odiato e glaciale padre e di un misterioso dottore, che lo spella vivo senza utilizzare l‘anestetico, ripercorre le sue istintive ed apparentemente irremovibili prese di posizione con le quali vorrebbe cercare di dimostrare a sé stesso di essere in grado di dare un senso preciso alla sua vita. Di esserne il padrone.

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