Les Claypool! Chi più di lui ha saputo iniettare nuova linfa vitale nel decennio scorso a un genere considerato in decadenza o addirittura"morto" quale il rock? Forse pochissimi hanno dato un contributo simile... Il suo operato nei Primus, formazione fra le più importanti nei '90, ha dato vita oltre che a un numero(notevole) di lavori di indubbio livello, anche a una nuova miscela musicale misto tra funk, alt metal, e psichedelia...

I Sausage, sono un progetto nato a voler riconciliare la formazione originale, fanno quindi un pò compassione i due musicisti (guitarist e drummer intiendo), che non possono nemmeno caricarsi un tantino di orgoglio compositivo, visto che in "Suck on this" (il primissimo album), erano già presenti LaLonde e Alexander.

Questo unicum, "Riddle are abounds tonight", parlando francamente, è una spanna sotto la media a cui ci ha abituato questo signore. Leggendo la data (1994) ci sarebbe da aspettarsi un bell'anello di congiunzione fra "Pork Soda" e "Tales F.T.P". Peccato. Anche perché il nostro caro Les, artista coi controcoglioni che non è altro, non cede e non tralascia mai quella sua vena grottesca, creativa e tragicomica, che si esprime sempre magnificamente nel suo gracchiare pungente e(seppure un po' sottotono in quest'occasione) nel suo funambolico basso... Và però detto che l'intento di Claypool è, in quest'album, quello di ricreare il sound degli albori, di cui restano rare esibizioni live.

Gli aspetti positivi dell'opera emergono nei primi brani. "Shattering song", il pezzo migliore, e quintessenza dell'album tutto, riesce ad essere un interessante connubio di fusion, progressive e psichedelia sostenuto, specie nella seconda parte, da una chitarra che sprigiona vibrazioni esotiche su una base ossessiva,in un crescendo vorticoso e ipnotico... masterpiece... Su "Prelude to fear", il brano più metal del lotto, si baseranno almeno metà dei pezzi fra "Antipop" e "Brown album". Tornano invece le sonorità funk di "Sailing T.S.O.C." in "Riddles are abounds tonight", dove lo slap incontenibile e sprezzante si alterna alla strofa ricreando la struttura strofa-rumore-strofa tanto cara al nostro. "Here is the man" è l'ennesima commistione di generi diversi(ed è quello che vogliamo no?) stavolta un inedito dub n' noise, anche se si nota già una strana e ripetitiva povertà compositiva.

La seconda parte dell'album (tolta "Themporary phase"), purtroppo, cede a una prolissità (non costante, ma, a tratti piuttosto presente), anomala se si fosse trattato dei Primus, che non regge il confronto coi primi brani. Sembra, a tratti, un medley continuo e interminabile, trascinato solo e unicamente dai giri di basso di Claypool, ora dub ora fusion... la chitarra è di una piattezza assurda, la batteria quasi inesistente. E' la conferma di un lavoro uscito un pò troppo frettolosamente (ed è comprensibile! Voglio vede chi riesce a far uscire 10 album in 15 anni, senza una minima caduta di stile, considerato poi il genere, di nicchia e abbastanza complesso a livello compositivo).

Voto 3,5/5 arrotondato a 4 perché verso mister Les nutro un affetto morboso, e dare solo la sufficienza a un individuo che mi ha aperto gli occhi su tanta buona musica, è un qualcosa di insensato oltre che ignobile (comunque il voto è sette decimi). Saluti.

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