Erroneamente considerato dai più un'EP, "The Dungeons are Calling" del 1984, risulta essere un album a tutti gli effetti della mitica band statunitense, anche se composto solo da 6 brani e non per questo assolutamente da sottovalutare o da considerare non importante. Se il precedente "Sirens" ci aveva stupito per la sua originalità, questo lavoro si dimostra essere un perfetto erede, consolidando il cammino tracciato nell'anno precedente.. addirittura essendo ancora piú particolare come suono rispetto al precedente, insomma non è assolutamente da meno anzi...
L'album si apre con l'omonima track "The dungeons..." un arpeggio malinconico ed enfatico, dove si cerca di capire cosa dice una voce affievolita, sofferente, in lontananza quasi come un'eco..sembra venire veramente dai sotterranei dell'inferno... Dungeons per l'appunto.. i sotterranei che "chiamano", quando lo si comprende che la voce di Jon Oliva in maniera sofferente dice: ...The dungeons a-re ca-lli-ing.... for m-ee fo-r me-e, ecco che comincia il pezzo vero e proprio...particolarissimo ed unico nel suo insieme, il ritornello alla chitarra accentuato a metà pezzo dal sintetizzatore...è un Cavallo di battaglia che la band userà spesso e volentieri nei suoi live... uno dei piú bei pezzi che abbiano creato; finirá cosí come comincia... senza cali... solamente uno scricchiolio di porta ... e un botto che fa intuire si sia chiusa... proprio come la porta di un sotterraneo... Il secondo pezzo "By the grace of the witch" é una cavalcata classica metal, mentre chitarre distorte e ritmi forsennati saranno gli elementi che andranno a comporre "Visions"... da sentire a tutto volume come la prevaricante e maestosa "Midas Knight"... quanto adoro questo pezzo, non posso spiegarle le sensazioni che mi provoca, castigatore, cattivo, violento e imperioso senza compromessi. Signori siamo di fronte al vero Metal... o per lo meno ad una delle sue massime espressioni. Grandissima interpretazione vocale di Jon Oliva, che non disdegna nemmeno qui i suoi famosissimi acuti, il pezzo "City beneath the surface" incomincia con un sintetizzatore, che francamente in quei suoi 45 secondi di attivitá mi ricorda le tonalità del film "Terminator"... molto intenso..questo suono si risentirá solo alla fine della track... poi alla fine "The whip".
Un disco massiccio tutto d'un pezzo. Nella versione silver sono contenuti 3 pezzi in più B-SIDES dell'epoca...da non perdere insomma, nemmeno questo favoloso MASTERPIECE... LONG LIVE TO HEAVY METAL!
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