I Saviour Machine dei fratelli Eric e Jeff Clayton sono un fenomeno più unico che raro nel mondo dell'heavy metal classico, se in esso ci è lecito collocarli.

Dediti ad una sorta di metal oscuro e goticheggiante si distinguono essenzialmente per il loro profondo credo cristiano. E la cosa non è un semplice dettaglio biografico inerente alla dimensione privata dei componenti della band, ma la ragion d'essere del progetto stesso.

Le liriche di questa opera prima "Saviour Machine I" (come ovviamente quelle dei lavori che seguiranno) sono infatti ispirate al Vecchio e al Nuovo Testamento (lo stesso album è un concept a sfondo mistico-religioso), mentre da un punto di vista musicale, la creatura dei fratelli Clayton diviene lo strumento per diffondere e predicare il Verbo del Dio cristiano in un mondo corrotto ed in piena crisi e decadenza morale: "Un veicolo per raggiungere il cuore dell'uomo, una forza di immensa efficacia e potere, un invito perentorio alla salvezza!", se si vuol utilizzare le parole di Eric Clayton, uno che legge il giornale con la Bibbia sempre a portata di mano e che ti interpreta l'attualità come parte di un più ampio progetto divino.

 

Ma stiano pure tranquilli i detrattori del White Metal (vaga denominazione che accomuna una varietà di band, spesso stilisticamente lontane, che si definiscono cristiane), poiché non ci sarà da aspettarsi musica da boy-scout. La musica dei Saviour Machine è infatti quanto di più cupo e belligerante ci si possa aspettare da una band epic/power, e ad un ascolto superficiale il tasso di cristianità non sembrerebbe più alto di quello di un Glenn Benton qualsiasi.

Quasi blasfemi ci appaiono i Saviour Machine: la loro musica è opprimente e tragica in ogni singola nota, e per lo più appesantita da una zavorra di macabra ritualità che rende il tutto ancora più inquietante. E' la folle teatralità del singer Eric Clayton a trarci in fallo.

Clayton, di fatto, è l'antitesi del tipico cantante epic/power dai super acuti strizza-palle, e ci appare bensì come una sorta di David Bowie indemoniato in preda ad estatiche visioni: vocione baritonale dalla pressoché azzerata estensione vocale, un rantolo ossessivo che misura la propria versatilità in ordine di epicità crescente. Insomma: pathos pathos pathos.

Ed attorno al carismatico cantante (vi prego, guardate le foto: crapa pelata, cerone bianco, gioielli e tunica da santone) viene allestita un'imponente cattedrale di suoni che pesca in egual modo dall'heavy classico, dalla dark-wave ottantiana e dalla musica classica/operistica.

 

Un'esemplificazione pratica: prendete l'opener "Carnival of Souls" e ditemi se era possibile coniugare meglio di così Karl Orff, epic metal, David Bowie e U2. Esplosione di chitarre e cori incalzanti, un arpeggio in delay in tipico stile The Edge ed il cupo inveire di Clayton che ci proietta in una dimensione da sanguinaria Guerra Santa. L'album prosegue sulle stesse coordinate: pompose orchestrazioni, apparato rock/heavy di tutto rispetto (seppur lontano dai tecnicismi del genere) e la coinvolgente interpretazione di Clayton, sempre ispirato, devoto e sopra le righe, fra furiose invettive, minacce di vendetta, sentite preghiere e piagnistei a non finire.

E se a legger queste righe vi parrà di trovarvi innanzi ad una pagliacciata, credete, è difficile scovare qualcosa di più sentito ed appassionato del progetto Saviour Machine, entità senza compromessi, che continuamente paga in termini di vendite e popolarità la propria integrità artistica. La complessità dei loro concept rimane infatti impenetrabile ai più, e le loro dotte architetture liriche e musicali si intrecciano continuamente in una fisica quanto metaforica trasposizione dei travagli interiori di uno spirito in cerca di purezza e redenzione.

 

C'è da dire che se nell'insieme il tutto ci appare incredibilmente suggestivo ed indubbiamente originale, l'ascolto non è tuttavia dei più scorrevoli. Se infatti i brani brillano di un songwriting vario ed ispirato, al  contempo finiscono per peccare di eccessiva ridondanza, e basti pensare alla coda della power-ballad "Son of the Rain", in cui il ritornello viene ripetuto almeno un milione di volte, o ai dieci minuti di "Killer", ossessivo mantra sonoro dall'incedere orientaleggiante e destinato a collassare in cacofonici scenari dove Carmina Burana, rumori e voci si accavallano senza pietà per le nostre orecchie.

La presenza inoltre di qualche episodio un po' anonimo non aiuta la degustazione di questo mattone di oltre settanta minuti, che è consigliato ovviamente ai soli coraggiosi di spirito.

A rinfrancarci ci sono tuttavia dei gran bei pezzi, come "Legion", il classico per eccellenza dei Saviour Machine, e le due ballad finali, la trascinante "A World Alone", con un ritornello talmente epico che farebbe impallidire Manowar, Blind Guardian e Vasco Rossi messi insieme, e "Jesus Christ", dall'irresistibile anthem, anch'essa strascicata fino alla sfinimento.

 

Del resto, questi son giochetti in confronto a quello che la band ci riserverà in futuro: "Saviour Machine I" è nonostante tutto l'album più accessibile della band americana, e quindi quello più indicato per un primo approccio. Forse, però, non è il migliore, certamente non quello più monumentale e complesso: ricordiamoci infatti dell'opera forse più imponente mai concepita nell'universo metal (e non solo): "Legend", la trasposizione in musica dell'Apocalisse, un'opera concepita come trilogia (negli intenti originari i tre tomi sarebbero dovuti uscire rispettivamente nel 1997, 1998 e 1999 e celebrati con un megalive a Gerusalemme il 31 dicembre 1999), poi allungata a quattro volumi (il terzo tomo, uscito in ritardo rispetto alla tabella di marcia, è finito per divenire un doppio, di cui stiamo aspettando ancora la seconda parte), e infine (per motivi di salute di Clayton stesso e per il futuro incerto della band) lasciata ad oggi incompleta.

Pare che ultimamente Clayton abbia rimesso in piedi i Saviour Machine per completare l'ambizioso progetto della sua vita. L'uscita del fatidico "Legend III:II" era stata quindi annunciata per il 7 luglio 2007 (777)...qualcuno ne sa qualcosa?

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