Se gli anni 80' hanno rappresentato per il genere metal classico il suo apice, e li anni 90' a detta di molti ha invece rappresentato l'opposto, pensiero che io personalmente non condivido, per i Saxon invece fu esattamente l'opposto. All'attivo dal 1979, la band inglese ha saputo farsi strada nel panorama musicale con album significati come "Wheels Of Steel", "Strong Arm Of The Law", e "Denim & Leather" nella prima metà degli anni 80, le uscite successive portarono più volte i Saxon sull'orlo dello scioglimento. Le cause di ciò devono andare ad essere cercate in album controversi come "Destiny", ma sopratutto "Rock The Nations" album che furono pubblicati con l'intenzione di farsi conoscere anche in territorio americano, ma che portarono ad uno stravolgimento radicale del tipico sound della band, e che presentavano sonorità decisamente più vicine al genere AOR che all'heavy metal diretto e semplice che li aveva contraddistinti agli esordi.
Sarà solo nel 1990, con la pubblicazione di "Solid Ball Of Rock", che i Saxon comincieranno un "percorso di redenzione", volti verso il ritrovamento delle sonorità degli esordi, appesentando di più il sound, combinazione che verso la fine degli anni 90' fino ad oggi si rivelerà efficace. Ma merito importante, va a Tim "Nibbs" Carter, bassista che subentrò al posto di Paul Johnson dopo la pubblicazione di "Destiny", e che diede al gruppo quell'ispirazione che tanto era mancata nella metà degli anni 80', e che seppe sopratutto dar lustro a quasi tutti i successivi lavori dei Saxon.
Nel 1992, viene pubblicato "Forever Free", uno dei dischi reputati ancora oggi anche dai fan più incalliti come il più controverso. Chiariamoci, l'album non stravolge in alcun modo il tipico sound della band, ma ha in molte parti dei rimandi ai dischi rilasciati nella metà degli eighties. Questo fatto, suona sicuramente agli orecchi dell'ascoltatore come una forte controversia, visti i risultati del precedente, e più che buono, "Solid Ball Of Rock". Ma andiamo con ordine. Sicuramente pezzi ben riusciti sono la titletrack, con un ritornello melodico e di facile presa, ed "Iron Wheels", canzone dedicata al padre di Biff Byford, scomparso pochi mesi prima della pubblicazione del disco, e con un testo che vedeva la ripresa di "Calm Before The Storm", pezzo contenuto in "Destiny". Più dirette e di sapore più anthemico invece sono "Can't Stop Rockin'", che è caratterizzata da un'ottima sezione ritmica, e "Cloud Nine", ultima canzone del disco ma non per questo meno importante. Più graffiante invece risulta "Grind", mentre si ha un'altro ricordo alle sonorità più semplici e accattivanti con "Just Wanna Make Love To You", pezzo in cui un ottimo Nigel Glocker svolge un lavoro perfetto dietro le pelli.
"Forever Free", come detto da Byford in un'intervista, fu semplicemente un buon album, ma pubblicato nel momento sbagliato. Confusi dalla strada da intraprendere, i Saxon nel 1992 optarono per la pubblicazione di questo album, definibile come una via di mezzo fra i dischi precedenti a "Solid Ball Of Rock", e quest'ultimo. Riconosciuto il passo falso, la band inglese dal '92 in poi non conoscerà più ricadute, pubblicando ogni due anni circa un album in cui i richiami al passato non furono più presenti, indurendo il loro sound, e ricevendo sempre più consensi a livello mondiale. Molto probabilmente, se questo "Forever Free" fosse stato pubblicato nel 1984/1985, ora si elogierebbe questo album meglio, ma dato che ciò non è successo, questo album va inteso come uno spartiacque nella carriera della band, che risulterà più semplice da assimilare se ascoltato singolarmente, e sforzandosi di non collegarlo agli album precedenti e successivi. Non lo consiglierei sicuramente a chi si approccia ai Saxon per la prima volta ma come detto, se preso singolarmente potrà sicuramente divertirvi, e farvi passare poco meno di un'ora in ascolto di heavy metal classico, semplice e senza fronzoli.
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