John Scatman, all'anagrafe John Paul Larkin, verrà ricordato per averci regalato un paio di hit estive, ma proponendo una formula innovativa che unisce sapientemente influenze jazz con l'eurodance anni '90 e lo scat singing.
Reduce dal grande successo del '94 "Scatman", l'artista pubblica un'intero album che si rifà, sia nel titolo che anche nello stile musicale, alla hit d'esordio: sto parlando di "Scatman's World", album uscito nel '95, il cui concept ruota attorno al vagheggiamento di una certa Terra di Scatman (Scatland), una sorta di locus amoenus in cui vige l'amore per il prossimo e per il mondo che ci circonda, il tutto condito da divertenti melodie scat.
Dopo averci dato il benvenuto nella sua Scatlandia, John Scatman comincia con la title-track "Scatman's World", che sembra proprio essere il seguito del precedente singolo di successo; il resto del lavoro procede liscio e filato, melodie semplici, serene ed orecchiabili, che ti prendono già al primo ascolto, ma non senza cadute vertiginose: alcuni pezzi, "Quiet Desperation", "Popstar" sono decisamente sottotono, e soprattutto "Song of Scatland", una ballad che descrive l'utopistico Regno di Scatman, si conclude in un pezzo banale e mal prodotto.
Non mancano certo anche punte di virtuosismo, si ascolti la hit (riproposta nel'album) "Scatman (Ski Ba Bop Ba Dop Bop)", "Sing Now!" e "Hi, Louis", traccia finale dove l'incredibile John si cimenta in lunghissimi e contorti fraseggi dal sapore jazz, concludendo con una cascata di note che lascia senza fiato persino l'artista stesso.
"Scatman's World" poggia su idee alquanto originali e divertenti, questo minestrone di generi assai diversi tra loro risulta piuttosto gradevole nel complesso, anche se si sarebbe potuto fare un miglior lavoro di produzione, alcune canzoni sono abbastanza deboli, inoltre i testi, almeno nei momenti in cui ci sono delle parole pronunciate da John, non sono esaltanti, ruotano banalmente e continuamente attorno al filo conduttore del progetto; il mondo di Scatman infatti si oppone come rifugio alla società americana, ricca di vizi e problemi sociali.
La formula che si ripete è quasi sempre quella di fare scatting sopra una base jazz/dance, il risultato sono canzoni semplici e dirette, che trasmettono immediatamente una sensazione di serenità (o almeno questa è la mia esperienza personale).
Simpatico, questo baffone.
Voto: 6,5/10
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