Dopo la "massificazione" del genere grunge, la comparsa dei Radiohead e surrogati -che hanno caratterizzato gli anni '90 in maniera indelebile - tutti sembravano troppo preoccupati a paragonare i nuovi arrivati ai "grandi" di qualche anno prima. Purtroppo gli Scisma non fanno eccezione: somiglianza agli Afterhours era il verdetto dei recensori, e somiglianza agli Afterhours rimase. Dirlo per Rosemary Plexiglas era un conto, considerando che era prodotto da Manuel Agnelli, ma si dimostrerà presto un'etichetta troppo stretta per il gruppo. Cosi' che quando la maggior parte dei gruppi rock "alternativi" virerà verso altre direzioni (dal '97 in poi circa), Paolo Benvegnù e i suoi saranno trai primi a sperimentare un tipo di rock ben differente da quello in voga poche stagioni prima. Il pubblico e la critica non capirono quello che si prospettava già dall'ep Vive Le Roi (1998), e gli Scisma -ultimo carro della Virgin per vendite, oltretutto- entrano in crisi dopo il flop di Armstrong, fino ad arrivare allo scioglimento nel 2000.
Armstrong, invece, è uno dei dischi più belli del rock italiano dei '90, al pari di cento Hai Paura del Buio? e Il Vile (Marlene Kuntz, altro paragone abusato per gli Scisma). Il singolo "Tungsteno", graditissimo da MTV, forse prometteva qualcosa come duplicato di Rosemary Plexiglas in versione elettroindiepoprockblabla, questo è da evidenziare - tra le varie cause dell'insuccesso discografico- ma non giustifica il fatto che l'album sia stato accolto in pessimamente dalla stampa specializzata. La tavolozza dei colori in Armstrong è ben più varia e ricca rispetto all'album precedente. Scanzonati a tratti, pieni di vitalità, malinconici e meditativi altrove, i brani sono qui presentati nella veste migliore che potevano permettersi.
La produzione di Paolo Benvegnù e Giovanni Ferrario (Micevice) è impeccabile. Il contributo di Marc Huyghens (Venus) e Roy Paci da vita ad una suggestiva versione di "I Am the Ocean" (anche i Venus ne hanno registrato una versione per il loro primo album, Welcome To The Modern Dancehall). Venatura psichedeliche colorano la movimentata "Giuseppe Pierri" (un omaggio al maestro elementare di Benvegnù), "L'Universo" e la scheletrica/cibernetica (?) "Troppo Poco Intelligente" -molto più interessante dal vivo-Impossibile non soffermarsi su "L'Innocenza", Sara Mazo da voce ad un'ennesima perla:
"non so se ci sia
una ragione per capire
e difendere gli enormi spazi
che esplodono dentro di me
che bruciano dentro di me
che non so dire niente
non so se per me è più importante il cielo
che nascondere e reprimere mille paure
che esplodono dentro di me
che bruciano dentro di me
che non ho niente
io non so perché è tutto così vero
che descrivere è impossibile bisogna immaginare..."
- che assieme a "Simmetrie" si potrebbe ascoltare all'infinito -
Emblematico il testo di "Jetson High Speed":
"io che so non significa nulla
io che so non significa niente
sopravvivo al contrario di me
ciò che so non significa nulla
ciò che so non significa niente
da dove vengo? che cosa ho perso?
(...)
e se sono il contrario di me, da che cosa mi sento diverso?"
Carico i commenti... con calma