Dopo aver ascoltato l'ultimo album dei Goldfrapp, che ritenevo definitivo in quanto a revival del pop anni 80, pensavo che ogni altro tentativo si sarebbe rivelato meno completo e più superficiale. Mi ero evidentemente dimenticato della perizia tecnica e dell'intelligenza dei Scissor Sisters, band pacchiana e frivola, che sotto gloss e lustrini nasconde in realtà grande capacità.
A distanza di anni dal precedente "Ta-Dah", propongono "Night Work", che già dalla foto vintage in copertina si prospetta come un nuovo ed entusiasmante viaggio fra le luci al neon degli anni 80. I Scissor Sisters aggiornano il loro ben conosciuto mix di pop anni 70 alla Elton John e di discomusic, concentrandosi sul decennio successivo. Se però i Goldfrapp ne richiamano alla mente gli aspetti più sognanti e magici, qui ci immergiamo invece in atmosfere decisamente dance. Più "Flashdance" che "Ladyhawke" per intenderci. E il tema della notte, intesa come momento di divertimento, spensieratezza e sensualità, la fa da padrone. In ogni canzone si respira calore, anzi sudore. Un passo in avanti rispetto ai paesaggi idilliaci dei precedenti due album.
La title track funge un po' da manifesto di questo nuovo corso, inaugurando una sfilata di estetica camp dove il kitsch trasuda da ogni nota. Sintettizatori più tipicamente vintage fanno la loro apparizione nella seguente "Whole New Way", eclissandosi un attimo per lasciare spazio al pianoforte arioso del singolo di lancio "Fire With Fire", brano dalla melodia straordinariamente fluida e luminosa. In "Any Which Way" si avverte il sapore dei Bee Gees, presente nel cantato in falsetto e negli stacchi veloci e serpeggianti del ritornello. "Harder You Get" propone invece un'atmosfera più calda e buia (in senso buono) con i suoi tremolii elettronici e la chitarra elettrica distorta, delineando un insolito paesaggio cittadino futuristico che ritorna anche in "Something Like This". Oltre al pop rock di "Running Out" colpiscono le tastiere di "Skin This Cat", probabile citazione a "State of Independence" di Donna Summer.
Ritmi più propriamente disco e powerpop occhieggiano invece in "Skin Tight", per poi esplodere nella travolgente "Sex and Violence", uno dei punti più alti dell'album. Fa capolino il sempiterno pulsare di "I Feel Love", canzone di Donna Summer citatissima da 30 anni a questa parte. Si prosegue poi con la più modesta "Night Life" e si conclude con la maestosa "Invisibile Light". Si tratta del brano più dance dell'intero album, la cui durata farebbe addirittura pensare al remix di una canzone. Il cantato insolitamente virile ricorda il vocalist dei Boney M. Riferimento non casuale che ritorna anche nel testo, alludendo a "Rivers of Babylon" della band tedesca. I quasi sette minuti che compongono questo brano delineano un crescendo di ritmo e tensione, sorretto da percussioni dall'apparenza tribali e da tastiere calde e colorate.
L'album si conclude repentinamente e una sorta di stanchezza cala sull'ascoltatore, quasi fosse reduce da una lunga nottata in discoteca. Cosa rimane al termine di questo ascolto? Una sensazione di accaloramento e di appiccicoso, come quella causata dal contatto prolungato con troppi corpi umani in un ambiente affollato. Il "lavoro notturno" è finalmente terminato, ma si va a riposare con la speranza di riprenderlo molto presto.
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