Gli Scissor Sisters quintetto newyorkese, a due anni dall’omonimo disco d’esordio “Scissor Sisters”, sfornano “Ta-Dah” (titolone!).

Avevo già ascoltato il primo lavoro della band (?) made in U.S.A, ma se è possibile il mio disgusto è anche cresciuto ascoltando il secondo.

In Italia sono conosciuti a più per “I don’t feel like dancin” pezzo stile anni 70 nel quale le “sorelle” dichiarano di “non sentirsela proprio di concedersi alle danze”, ma per chi avesse avuto la fortuna di non incappare in questo pessimo ascolto basti pensare che nel precedente lavoro, avevano completamente stravolto e proposto in versione house “Comfortably numb” dei Pink Floyd.

“Ta-Dah” è un disco schifosamente pop (non serve scomodare altri generi) dove dominano insopportabili falsetti stile Bee-Gees o se vogliamo restare su scala nazionale alla Alan Sorrenti. L’improbabile titolo è dovuto al confezionamento del disco dove si trova un rettangolo e tirando le due estremità di questo, si apre. Insomma “Ta-Dah” non è altro che la classica espressione di sorpresa e stupore. Un disco costruito appositamente per vendere, un revival-parodia chiaramente trash. Si sa talvolta il trash è anche divertente basta non prenderlo troppo sul serio, beh questo disco in me non suscita neanche divertimento. Un sorrisetto totalmente privo di gusto appare sul mio viso ascoltando “I can’t decide” canzone che con i soliti striduli cori mi ha ricordato le sigle delle trasmissioni televisive sulle piante o anche la canzoncina della vecchia fattoria versione dancefloore logicamente.

Va beh andiamo oltre dato che “Ta-Dah” è palesemente un disco costruito per “scalare le classifiche” poteva mancare il pezzo lento? No e immancabile arriva la ballata di “Land oh thousand words”. Patetica l’aggettivo giusto. Mi dico va beh qua si può solo migliorare, beh si peggiora, cito solo qualche traccia per rendere l’idea di quanto si scivoli in basso. ”Kiss you of” invita gioiosamente a baciarsi lì dove non batte il sole, per arrivare fino alla “chicca” della traccia numero 9 “Paul McCartney" (si chiama proprio così), è chiaro che non si ascolta nulla di beatlesiana memoria, ma sono un'altra inutile canzoncina dance.

C’è chi li ha definiti geniali, chi scanzonati, chi particolati e mai banali io li definisco semplicemente ridicoli e non è neanche detto che per loro sia un insulto.

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