Nel 1985 si chiude un periodo importante per gli Scorpions. Un periodo inziato nel 1979 con la pubblicazione di "Lovedrive", e terminato appunto con "World Wide Live", che aveva visto il gruppo di Hannover vivere anni magnifici in studio e in tour, con un sottofondo di canzoni memorabili come "The Zoo", "Blackout", "No One Like You", "Rock You Like a Hurricane", "Big City Nights" e "Still Loving You", che avevano marchiato con un fuoco indelebile il periodo hard n'heavy della band.
Quindi, dopo cinque anni vissuti al massimo, gli Scorpioni si prendono una pausa di tre anni prima di tornare, nel 1988, con questo "Savage Amusement". Sebbene non sia un lavoro deludente, mi ha sempre lasciato un senso di amarezza, perché ascoltandolo si capisce come il periodo d'oro della band sia ormai inesorabilmente alle spalle; questo nonostante le tracce si mantengano su canoni tipicamente hard rock, però sono i mid tempo a prevalere rispetto alle cavalcate hard degli album precedenti; inoltre Matthias Jabs sembra suonare con il freno a mano tirato, non ci sono più gli assoli fulminanti a cui eravamo abituati, e le canzoni sembrano seguire degli schemi precisi, più studiati a tavolino e privi di improvvisazioni; e se a questo ci aggiungiamo un Klaus Meine non più ai livelli dei tempi migliori (gli anni passano per tutti), ed un certo strizzare l'occhio verso lidi più commerciali e mainstrem, si capisce perché l'album possa essere parso agli occhi dei fan una mezza delusione, ed infatti anche il riscontro commerciale fu inferiore a quello dei dischi precedenti.
Non mancano però le buone canzoni; anzi credo che non ci sia una sola song oggettivamente brutta, solo che mancano i pezzi in grado di eccellere e di far lievitare il livello del disco, ma nonostante questo canzoni come "Rythm Of Love" ,dal refrain e dal chorus davvero riusciti anche se un po' troppo commerciali, "Passion Rules The Game" e "Media Overkill" sono pezzi che si lasciano ascoltare sempre con piacere; una preferenza particolare và a quest'ultima, dotata di un ritornello trascinante anche se penalizzata da un eccessivo uso dell'elettronica nella voce di Meine e nell'assolo di Jabs. "Walkin On The Edge", posizionata a metà del disco, stempera un po' l'atmosfera col suo inizio lento tipico di una ballad, mentre poi nel ritornello salgono i ritmi con Klaus Meine sugli scudi, per una delle canzoni migliori dell'album. Più vicine al recente passato della band sono invece "We Let It Rock....You Let It Roll" e "Love On The Run", canzoni più spinte e veloci, dove gli Scorpions alzano un po' il volume, e Matthias Jabs ci regala qualche assolo un po' più pirotecnico, anche se il songwriting non è più ai livelli di qualche anno prima; mentre l'opener "Don't Stop At The Top" (coverizzata dai Children Of Bodom) e "Every Minute Every Day" proseguono con i mid tempo di cui è infarcito il disco, ma sono comunque due pezzi hard rock ben riusciti e apprezzabili. Giungiamo alla fine del disco e, come ormai da tradizione (dai tempi di "Blackout"), è tempo di ballad strappalacrime, e mai come in questo caso: ecco infatti "Believe In Love", per me una delle migliori ballate della band, la preferisco anche a classici come "Still Loving You" e "Wind Of Change", e la metto al livello dei loro più bei lenti degli anni 70, come "Always Somewhere", "In Your Park", "Holiday" e l'ottantiana "Lady Starlight". La canzone inizia con uno splendido riff molto catchy, poi prende il sopravvento la voce di Meine che convince per l'interpretazione sentita e sofferta, intrisa di passione; il ritornello finale ripetuto due volte poi è meraviglioso e davvero da brividi, e non mi stancherò mai di ascoltarlo.
Si chiude con quello che forse è il suo episodio migliore questo disco, che non è il migliore degli Scorpioni, ma è anche l'ultimo in cui si percepisce quella magica atmosfera ottantiana, tipica di un genere musicale che conoscerà presto il suo declino. A questo lavoro seguirà il discreto "Crazy World" (1990) quello di "Wind Of Change", e il sussulto hard con punte quasi heavy di "Face The Heat" (1993), ultimo acuto di una band che da lì a poco inizierà a mostrare i primi segni di invecchiamento e di ammosciamento (con "Pure Instinct" e soprattutto con l'indescrivibile "Eye To Eye"), ma che tra alti e bassi continua ancora oggi, ad oltre 35 anni dall'esordio e con i propri membri tutti oltre la sessantina, a sfornare nuovi album e a tenere alto on the road il nome della leggenda vivente dell'hard rock teutonico.
"Baby our love's got what it takes
To give us one more chance to start
Once again
Baby our love will find a way
As long as we believe in love."
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