L'esordio alla regia di Scott Cooper si potrebbe definire un esercizio di stile in piena regola.
L'America degli spazi immensi e di distanze illimitate, la musica country che è espressione popolare e baluardo provinciale di storie della vita di sempre. Dietro questo affresco in tinte forti si erge tronfio Jeff Bridges nel personaggio di Bad Blake, vecchia leggenda del country e vittima di un passato speso fra wishky economici, sigarette e quattro matrimoni alle spalle. L'occasione di riscattarsi con una giornalista, Jean Craddock (una deliziosa Maggie Gyllenhaall), con bambino a seguito, e col suo pupillo Colin Sweet (uno spaesato Colin Farrell) che è baciato dal successo e lo richiede come songwriter.
Dietro tutto questo una carrellata di canzoni confezionate dal vate T-Bone Burnett, garanzia di colonne sonore legate alle radici musicali americane, locali di seconda mano e alberghi scadenti e un mondo che il vecchio leone Bad Blake accetta a fatica, come lo stesso new country bollato come svuotato da sentimenti. Jeff Bridges porta in scena un personaggio in tutta la sua onesta schiettezza di uomo rude ma vero, che riesce a esprimere tenerezza quando riprende ancora la sua chitarra in mano, malgrado non molli mai la bottiglia.
Un road movie che ne richiama mille altri, basta citare "Una storia vera" di Lynch, personaggi che ricalcano le vite di mille altri eroi di quella musica, da Waylon Jennings a Steve Earle fino a Kris Kristofferson, forse un clichè un pò melenso a tratti ma, con l'inossidabile e concreta figura di Jeff Bridges senza dimenticare il tenero supporto di Rober Duvall, il film acquista dignità e vero spessore umano.
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