"Questo cd chitarristico-strumentale incendia, spreme, morde, sbrandella, squarcia e straccia. L'acquirente accetta ogni responsabilità per tutti i danni che potrebbe causare il suo ascolto inclusi, ma non solo, buchi nei muri, vibrazioni di edifici fin dalle loro fondamenta, pitbull spaventati e mogli incazzate"
Sono queste le avvertenze presenti in Omnidirectional, unica opera del chitarrista alieno Scott Mishoe, dalla tecnica iperspaziale che sconfina in luoghi mistici lontani dalla percezioni di noi umili strimpellatori di chitarre Yamaha di media qualità.
Omnidirectional non parte dalla prima traccia ma dalla copertina. Massima espressione della "kitch cover art": movimento artistico i cui maggiori esponenti sono musicisti del genere, forse troppo concentrati sul lavoro compositivo per pensare al suo confezionamento. O Narcisi... che semplicemente si accontentano; purché abbiano spazio per mostrare la folta chioma e la chitarra fallica in braccio, segno di virilità e padronanza dello strumento (maliziosi!).
"To enable you to play in tune with this tape, we provide the following sring tones"
Il vero e proprio inizio del cd è affidato alle parole di Mr.Mishoe, che si fa quasi beffa dell'ascoltatore, invitandolo ad accordarsi per eseguire con lui il suo lavoro.
Mal-Funk-Shen è il biglietto da visita di Scott e della sua particolare tecnica, infuenzata dal funk e ricca di splendidi spunti slap che mi ricordano, nella mia profonda ignoranza, solo quel gran musicista di Tuck Andress. Ma qui siamo in un'altra sfera.
Dal semi-acustico folkjazz passiamo all'elettric-funkyjazz. I martellamenti stereofonici generati dal gioco contemporaneo di basso e chitarra divertono e sorprendono. Le melodie vengono quasi inseguite e corteggiate da tutti gli strumenti, che insieme sprigionano davvero energia e potenza. Ogni tanto si ha la classica sensazione di artefatto, come se quell'atmosfera di jam e improvvisazione svanisse a favore di un lavoro troppo pensato e costruito sui virtuosismi dei musicisti. Ma ballad come Theresa Ann dimostrano che Mishoe è intenzionato a esternare anche sentimenti con la propria chitarra.
Che ci riesca o no è giusto comunque premiargli l'intenzione.
Omnidirectional è pieno di interessanti "visioni", anche per chi non ama ascoltare questo tipo di dischi. Se con i due brani citati ho toccato inizio e centro del disco, con Nacho Mama concludo la mia panoramica generale. Questo pezzo ha in sé l'essenza di quelle visioni di cui parlo e rimane il mio brano preferito.
Scott Mishoe e la sua band hanno i soliti "difetti" del genere, ma un grande pregio: quando li ascolti e cerchi di immaginarli non vedi dei seriosi e rigidi musicisti con le facce semi-incazzate, ma le facce sorridenti di tre bambini impegnati a rincorrersi nella loro stanza dei giochi.
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