Scoperto grazie alla consigliatissima autobiografia (head on/repossessed) dell'eccentrico e bizzarro Julian Cope (un grande secondo me, nonostante le sue innumerevoli scopiazzature, ma chi non lo fa?), Scott si rivela una sorpresa inaspettata (almeno per me rockettaro psichedelico convinto e non solo). Un americano trapiantato in giovane età a Londra, amante del fascino europeo più decadente, sfigurato da due fottutissime guerre mondiali e decantato con fascino solenne, pessimista/poetico da Jacques Brel (sua ossessione) e da Camus, un trip sonoro che ha dell'incredibile, perchè mai si era udito un'incrocio così marcatamente pop e pessimista in degli anni che ancora non avevano voglia di trasgredire totalmente dagli schemi imposti dalla società di allora, anni ancora conservatori e nello stesso tempo rivoluzionari, nel senso che la trasgressione sonora e non solo, era in fase di crescita, contrastando fortunatamente con i canoni imposti dalla musica leggera orchestrale, che appariva ancora come un dolcificante e rassicurante argine appetibile sopratutto ai benbensanti di allora e anche secondo noi di adesso.
Confusione a parte, anche se tutto ciò per me è chiaro,assimilare e incrociare un'impostazione vocale e in parte strumentale alla Frank Sinatra e Tony Bennett (che tra l'altro riconosco come dote, ma non fa parte dei miei difficili gusti musicali), all'epoca e anche adesso, è un pop orchestrale pomposo e ambizioso alla Phil Spector e Burt Bacharach è una cosa dannatamente spiazzante e attraente anche per le nuove generazioni. Un uomo che se avesse voluto alleggerire le tematiche dei suoi testi avrebbe raggiunto lo status di star acclamata e amata da tutti (tanto di cappello se ci fosse riuscito, meritava), cosa che gli è riuscita in parte con il suo gruppo beat Walker Brothers, rinnegato immediatamente dato che non sopportava le pressioni del succeso. Scott pressato dai mass-media che lo volevano come il nuovo John Lennon, subentra in un una fase misantropa e asociale (cara ai vari Syd Barrett, Roky Erickson, Skip Sence e chi ne ha più ne metta).
Scott 4 doveva essere l'lp che l'avrebbe consacrato a indiscussa star maledetta ed invece è stato un fiasco commerciale, un album stupendo che hanno capito in pochi, un capolavoro che avrebbero capito in pochi, ma che adesso ha una valenza immensa, altro che Tilt, ascoltatevi questo, (lo trovate a 10 euri, n.d.a.). Scott è esclusivo, per pochi, un grande se sopportate le nenie sofferenti, Scott 4 per me uno degli album del secolo, 9.90 e ve lo portate a case, vi voglio bene, un bacio...........Scott 4 va bene in qualsiasi stagione, se volete un'accompagnamento per un cielo stellato lui va bene, baci a tutti ;)))))))))))
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