I Bitch Magnet furono uno dei crocevia fondamentali della musica rock, scaturigine di alcune delle più significative esperienze musicali degli anni '90.

Sooyoung Park militava in quello storico gruppo che cambiò per sempre la faccia dell'hardcore e non mutò l'attitudine allo sperimentalismo sonoro quando sciolti i BM fondò i Seam. Svariati cambi di formazione, si avvicendò anche il grandissimo John McEntire, ascrivono il progetto al cantautorato e viene subito da notare il fatto che molti protagonisti della svolta a cavallo degli anni '90 abbiano poi riversato il loro talento verso la confessione solipsistica, la concentrazione lirica in linea con i tormentati 90's.

I Seam superano la dimensione schizofrenica del sound Pixies simboleggiata dalla formula di Black 95% rock 5% pop per una definizione unitaria della psiche capace di assorbire gli influssi più svariati senza perdere la propra totalita, una concezione olistica delle mente per aggirare gli ostacoli delle tentazioni patologiche. Coesistono nell'album in questione idiomi sonori disparati il pop più bieco i voli pindarici dell'acid rock esplosioni hardcore meditazioni folk impiantate sul classico ensemble rock basso chitarra/e batteria di cui sono sondate tutte le possibilità di produzione per riscattare gli elementi di tale pastiche linguistico elevandolo a stile. Il risultato è apparentemente mainstream al limite della banalità ma il modo in cui i brani sono costruiti rivela la sapienza compositiva di Park, i ritornelli sono spesso solo apparenti sono climax sonori strumenti per approfondire lacerazioni o sono lanciati contro muri di suono sono frantumati dissolti dalla foga della band. Tenui dondolii di note accolgono le dichiarazioni del cantante come se il pudore di dirsi troppo impedisse una piena espressione del sè affidata ai segni più evocativi del linguaggio musicale.

Falsamente affini ai Codeine se ne distaccano per la diversa "ideologia" poetiche simili dicono forse cose distinte, dove i primi tendono alla rarefazione del suono, alla letargia all'abulia vitale, le frenate e gli scoppi dei Seam rappresentano momenti del divenire dell'esistenza. Romantico sognatore al limite dell'onirismo Park purifica le proprio nevrosi o sublimandole in arpeggi avvolgenti sfiancanti che potrebbero durare all'infinito o esorcizzandole nelle deflagrazioni distorte di chitarre urlanti.

Un disco leggero, di breve durata fintamente innocuo che nasconde entro le sue crespe trappole, grimaldelli per forzare le formule stantie del rock, un regalo subdolo uno scherzo metafisico che ci dona per l'ennesima volta Chicago.

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