Non credo siano necessarie presentazioni, Lui è stato la voce e forse l'immagine, degli Skid Row e di quei due Gran Dischi (ricordo solo i più famosi) cui è inutile persino citare i titoli.
Il 18 corrente mese, al Live Club di Trezzo sull'Adda (MI) ha avuto luogo il concerto per la presentazione (dopo due anni) del suo lavoro solista "Angel Down". Alle 23.00 circa, il biondo Rocker ha dato il via alle danze (le mie assomigliavano più a convulsioni) con la cover degli Aerosmith "Back in the Saddle" contenuta nel suo ultimo cd, per poi scaldare subito gli animi con la prorompente "Slave to the Grind".
I pezzi eseguiti sono 17, chiaramente e saggiamente miscelati tra tracce personali/recenti e Classici del passato, di quel passato così difficile ed inutile da tralasciare, che l'ha visto frontman dei sopracitati Skid Row.
Lo show è durato un'ora e mezza circa, ogni minuto costellato da un milione di gocce di sudore e da emozioni sempreverdi nel vedere e soprattutto udire, eseguiti dal vivo quei capolavori che così spesso sono stati nelle mie orecchie. Memorabile l'interpretazione di "18&life", un inno generazionale cantato, ovviamente, dall'intero pubblico.
La sua voce è tutt'ora qualcosa di fenomenale, anche se accompagnata dai coristi, (uno dei due è niente di meno che il chitarrista e co-produttore dell'album Johnny Chromatic) e la grinta è quella di qualcuno che ha ancora molto da dire nel panorama dell'hard rock Heavy metal. Lo spettacolo è intramezzato solo dal suo dire "Italia, Ti Amo" (anch'io, Baz!) infinite volte, da una breve pausa con annesso "scherzone" (ha fatto finta di andarsene, augurando a tutti un fottuto felice natale) che precede l'esecuzione emozionante di "I Remember You" ed il gran finale con la potentissima "Youth Gone Wild".
Ora.
Potrei tediarvi infinitamente con tutto quello che mi verrebbe da dire in merito a ciò a cui ho assistito, parlarvi delle oggettive difficoltà per raggiungere il luogo del concerto, in mezzo a quel turbine di neve, vi potrei persino annoiare narrandovi dell'attesa, di cosa ho provato ad avere in mano i biglietti un sacco di tempo prima della data e della trepidazione che ne è incontrovertibilmente seguita, ma probabilmente è troppo personale e poco pertinente alla recensione. Così concludo, non votando neppure il concerto, perché per me resta troppo riduttivo dare 5 pallini a chi di palline ne ha due e sono di ferro. Ad una voce che attraversa il tempo dagli ottanta ad oggi, riportando così poche imprecisioni. Ed a colui che mi ha spalancato le porte verso il mondo del genere musicale che più amo.
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