Già, ma chi sarà mai costui? Francese, classe 1975, primo album datato 2001, ha sempre inciso per un'etichetta indipendente, una partecipazione all'Eurovision Song Contest nel 2008, molto supportato dai connazionali Air e Daft Punk. Intessante, molto interessante, e ancora più interessante in fatto che tra il 2012 e il 2014 se ne sia uscito con tre album in tre anni, di cui i due che ho avuto modo di ascoltare, "Confection" e appunto "L'Aventura" sono entrambi lavori complessi, ambiziosi e molto strutturati, oltre che completamente diversi tra loro; chapeau. Dunque, "L'Aventura": prendete Isabelle Antena, Donovan periodo '68-'69 e i Saint Etienne di "Tiger Bay", mescolate per bene, aggiungendo una generosa dose di atmosfere tropicalia e magniloquenza quanto basta, et voilà, il gioco è fatto. Un mix assolutamente delizioso e non facile da trasmettere con efficacia, senza scivolare in qualcosa che suoni come un pretenzioso minestrone; con furbizia e tanto equilibrismo, Sèbastien Tellier ce l'ha fatta. Si fa attendere, da vero divo, aprendo l'album con uno strumentale, proprio come i Saint Etienne nel '94; "Love", una melodia per flauto, cori e percussioni, ariosa ed evocativa, che regge la scena per più di quattro minuti stimolado nell'ascoltatore una piacevole sensazione di attesa, di suspence: bel preambolo, cosa verrà dopo? Eh, dopo viene "Sous le rayons du soleil", una splendida combinazione di orchestrazioni e pigri ritmi elettronici, voce calma e lievemente effettata; un potenziale singolo, melodia e refrain orecchiabilissimi, non fosse che il tutto sfuma dopo neanche un paio di minuti, concedendosi una bella dissolvenza strumentale; stiloso e un po' spiazzante, Séb sceglie raramente la soluzione più ovvia.
Tra gli episodi più riusciti dell'album citerei sicuramente "L'amour carnaval" e "Ma Calypso", con sonorità folk/caraibiche semplici e di gran pregio, appena contaminate da inserti elettronici; più sobria e riflessiva la prima, visionaria e molto sensuale la seconda; canzoni che, proprio per la presenza della chitarra acustica e di percussioni etniche, rappresentano un'ulteriore reminescenza di quel discone che fu "Tiger Bay" dei SE, esprimendo una semplicità sofisticata veramente accattivante e non facile da ottenere. E poi c'è "Comment revoir Oursinet" con i suoi quattordici minuti di durata: poteva anche essere un trappolone, invece è l'apoteosi, qui Séb fa all-in, mette in gioco tutta la sua visione, la sua creatività, la sua ambizione: orchestrazioni imponenti, cambi di tempo, melodie vintage, passaggi strumentali di grande fascino e una sottile malinconia come trait d'union; una piccola sinfonia pop, qualcosa di cui Phil Spector sarebbe orgoglioso.
"L'Aventura" è veramente tanta roba, in tutti i sensi, e con gli effetti collaterali del caso: ricercando continuamente uno stile particolare e sofisticato a volte si perde un po' di freschezza e spontaneità, è quasi fisiologico. Episodi come "Ricky l'adolescent", "Ambiance Rio" e "Aller vers le soleil" stentano a decollare; troppo ripetitive e tirate per le lunghe, ma ci sono altri ottimi episodi come "L'adulte", intigante bossanova donovanizzata e "L'enfant vert", che chiude il cerchio ancora con un flauto incantato e suggestioni hippie-brasileire, e allora direi tutto a posto. Quindi, al netto di qualche perdonabile autoidulgenza e gigioneggiamento, "L'aventura" è un gran disco, creativo e di personalità; perfetto per una siesta in grande stile, grazie a quell'attitudine svagata e un po' piaciona che mi ricorda appunto il miglior Donovan. Ancora una volta, chapeau, ricreare questo tipo di atmosfere e di approccio nel 2014, riuscendo ad evitare eccessivi manierismi e citazionismi non è cosa da tutti.
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