Che gran gruppo che erano i Mr.Bungle! Capaci di sfornare un capolavoro dopo l´altro, offrendo un impastone di stili pressoché unico, di ispirazione zorniana, sostenuto da grandi capacitá strumentali, songwriting sopraffino in grado di coniugare terrorismi sonori e sperimentazione con gusto per la melodia e una mai abbastanza apprezzata dose di (auto)ironia e gogliardica coglionaggine.
Purtroppo per tutti noi dopo appena 3 album (ma che album, signore e signori!) l´avventura del Signor Bungle giunse al capolinea e il gruppo si divise, da una parte Patton che da lí in poi si sbizzarrirá in mille progetti, spesso molto buoni ed interessanti ma che nel loro estremismo sonoro facevano rimpiangere ogni tanto le accattivanti melodie faithnomoriane/bunlgeiane.
Ma non disperate perché anche i restanti membri del gruppo non sono rimasti a girarsi i pollici, ma sotto la guida del chitarrista Trey Spruance hanno dato vita ai Secret Chiefs 3, gruppo strumentale che riprende in parte il discorso lasciato in precedenza, arricchendolo peró con nuove sonorità e spostandosi principalmente verso un misto di sonorità esotico-orientaleggianti, surf music, elettronica, omaggi a Morricone e sfuriate death metal. Questo "Book of Horizons" rappresenta probabilmente l´opera più varia e matura, oltre a presentare un concetto di fondo discretamente originale ed interessante. Infatti per questo disco sono stati scomodati un´infintá di ospiti, tanto che in questo caso si può parlare più di collettivo musicale che di gruppo in senso stretto, tale varietà di musicisti si rispecchia anche negli innumerevoli strumenti usati che spaziano da quelli più classici al banjo, alla viola e all´arpa oltre che tantissimi strumenti etnici (saz, esraj, rabab, saragi, gong cinesi e tibetani solo per citarne un paio a caso). Bene, ora questi musicisti sono stati di volta in volta assemblati per creare 6 gruppi fittizi (Forms, Ishraqiyun, Traditionalists; The Electromagnetic Azoth, Holy Vehm, Ur) che si spartiscono il cd creando ognuno un paio di tracce che mettono di volta in volta in risalto una particolare componente musicale del Chiefs (senza abbandonare le altre ovviamente), così per esempio i Traditionalists sono quelli più spiccatamente Morriconiani, mentre i Holy Vehm sfornano un feroce death-metal orientaleggiante che può competere tranquillamente con quello dei Nile (i loro brani sono tra l´altro gli unici a presentare parti cantate, ma visto l´uso sfrontato che si fa del growl in queste si può considerare la voce più che altro come uno strumento aggiunto visto che dei testi difficilmente si riesce a comprendere qualcosa).
Molto curato anche l´artwork che presenta una pagina per ogni gruppo con immagini atte a raffigurarne lo stile e con molti richiami misticheggianti. Una gran bella scoperta insomma e un album che non lascia adito a lamentele, anche se il sottoscritto non riesce a zittire la vocina nel suo cervello che continua a chiedersi se questo cd pressoché perfetto non sarebbe risultato ancora un po´ più perfetto col buon Mike dietro al microfono.
Ps: ridateci i Mr.Bungle!
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