Molti iniziano la propria recensione inserendo una citazione di un filosofo, di un artista, di uno scrittore oppure del disco stesso; mi piacerebbe taaanto citare qualche sezione di qualche testo di qualche canzone di questo album, ma, per motivi esclusivamente tecnici mi ritrovo nell’impossibilità di farlo.
Eh già, perché questo Synthethik 1 è un disco interamente strumentale.
Oddio, strumentale…  questa parola mi sembra poco adatta. A me (e dico a me, non a te o a lui, a me), strumentale da l’idea di qualcosa di armonioso, di qualcosa di rigidamente armonico, di noiosamente perfetto, invece, ciò di cui parleremo è un disco squisitamente noise, industrial nonché, come nella migliore delle tradizioni per questo genere, decisamente casinista.

C’è chi associa l’industrial ad artisti come Marilyn Manson o SOAD, beh, se siete tra questi esseri, vade retro, perché all’ascolto dei Seesselberg potreste rimanere spaventati o tanto peggio, sconvolti per la durata residua della vostra in ogni caso effimera vita. A me è successo così.
Che poi io avevo detto, ma no guarda, solo un ascolto, poi smetto lì, vedrai, sono uno che sa controllarsi, e infatti eccomi qua, dopo averlo ascoltato cento e più volte, a recensirlo. E’ un brutto affare, credetemi, non se ne esce più.

Il disco, finalmente se ne parla, esce nella sola Tedeschia nel 1971 (ma c'è chi dice 1973), ed è l’apoteosi della sperimentazione elettronica:
presenti su tutto l’LP delle vere e proprie sfuriate di frequenza, cambi di tensione, scosse elettriche ad alto voltaggio, primevi glitch elettronici: industrial elettronica, ma sfacciatamente analogica! Come se si ritrovassero in un disco Tangerine Dream, Faust e Black Sabbath, si, avete letto bene, Black Sabbath, perché le tracce, le prime soprattutto, sono potenti ma sono anche intrise di quel particolare velo di mistero che le circonda, caratteristica tipica del gruppo di Iommi & Co.

In conclusione, un disco avanti vent’anni, di quelli che è difficile trovarne, di quelli che ce ne sono pochi.
Sperduto, misterioso, sconosciuto, ma soprattutto: antesignano di una certa musica underground anni ’90.
 

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