I Seether sono un altro gruppo che fa parte del carrozzone del post-grunge, dove presenziano band come Staind, Puddle Of Mudd, Creed e Cinder (e forse anche i Nickelback, ma per me sono pop-rock). Il grunge non mi ha mai appassionato, e quel poco che ho ascoltato non è che mi abbia entusiasmato anche se rispetto il genere per l'importanza che ha avuto nei primi anni '90 (anche se poi per colpa di Mtv è diventato un fenomeno di costume); di questa versione più moderna del suddetto genere secondo me l'album più bello è Break The Cycle degli Staind (che forse cambieranno nome per motivi legali).
Disclaimer II è la ristampa del debut album (che si chiamava guarda caso Disclaimer, datato 2002) di questa band di origine sudafricana. Pur non avendo il primo, so che questo album presenta le stesse 12 canzoni del precedente riadattate più 4 inediti (uno dei quali è la versione rivisitata di "Broken", nella colonna sonora del film "The Punisher", cantata con Amy Lee degli Evanescence, attuale tipa del cantante Shaun Morgan). Come suona questo disco è facilmente intuibile, uno pseudo-grunge anni duemila devoto alle sonorità della Seattle primi anni '90 (quindi Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam, ecc...) con qualche spruzzo di nu metal qua e là, quindi: canzoni con versi lenti e ritornelli un po' più forti, canzoni melodiche e canzoni più tirate; testi naturalmente tristi e depressi. Al primo ascolto sembra di ascoltare (melodicamente parlando) un ibrido fra i Nirvana, i Pearl Jam, i Puddle Of Mudd e gli ultimi Staind, e da ciò si può capire che tutto il lavoro è caratterizzato da una grande mancanza di originalità (che ultimamente sta andando a scemare); e questa è la pecca maggiore dell'album.
Comunque dei buoni pezzi ci sono, come la rabbiosa "Fuck It" che è la canzone più nu metal dell'album, "Broken" versione The Punisher (perchè ci sono due versioni) è molto bella ed emozionante (forse grazie anche alla voce della Lee); e poi l'iniziale "Gasoline", la lenta e orecchiabile "Fine Away" e l'allegra "Cigarettes" che suona molto Puddle Of Mudd punkeggianti. Alcune canzoni (come "Sold Me" "Pride" e "Sympathetic") sono carine, tutte le altre sono decisamente noiose e fanno un pò cagare (in particolare "Fade Away" e "Got It Made"). La voce del cantante non è male, nello scream (anche se sporadico) se la cava quindi questo mi aggrada abbastanza, certo non è come quella di Aaron Lewis (tanto per rimanere in tema) anche se in certi momenti sembrano somigliarsi, però la sua figura la fa ugualmente, va ammesso.
n fondo in fondo non sarebbe malaccio, ma non è un neanche un gran che insomma, quindi lo consiglierei solo agli appassionati del grunge vecchio e di quello "nu". Senza dubbio non è un lavoro monocorde perchè presenta canzoni con melodie abbastanza diverse, ma non raggiunge la sufficienza per il motivo già detto prima e per la presenza di molti brani insignificanti. Sarà per un'altra volta cari Shaun e soci, a molta gente non piace chi rimane ancorato al passato; e poi, come dicono a groovebox "il passo dalla venerazione alla mera imitazione è brevissimo"...
PS: Porco zio, volevo ricordare (a chi può interessare ciò) che c'è anche un'altra edizione di questo album (forse quella americana) con 20 tracce, le solite 16 più altri 4 inediti che sono: "Love Her", pezzo lento che parla della vita di una prostituta, "Take Me Away", canzone acustica così così, la più rabbiosa "Out Of My Way" e "Hang On". Comunque il voto non cambia neanche su questa versione alternativa.
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