Con questo ultimo album i Seether, band da sempre influenzata dai Nirvana e classificati da tutti in quella fascia di gruppi post-grunge che da anni non offrono mai nulla di nuovo, avevano annunciato di volersi separare dalle varie correnti, per sfuggire dagli schemi.
La domanda è: ci sono riusciti ? Tendenzialmente l'evoluzione si sente, più che altro una crescita musicale, sempre non discostandosi dagli standard di cui i fans dei Seether si sono sempre sentiti appagati. L'evoluzione non è sinonimo di maturazione in questo caso perchè l'album, per quanto godibile, non è niente di particolare, anzi alla lunga potrebbe risultare alquanto noioso.
Nessuno mette però in dubbio una cosa: del quartetto sudafricano questo album è il migliore, ed è il capostipite di questo genere, che per quanto loro stessi non si vogliano etichettare tali, è puro post-grunge, magari con qualche influenza rock o nu-metal, ma comunque post-grunge alla Creed, 3 Doors Down, ecc.
Non mettiamo neanche in dubbio che assomiglino a tanti altri gruppi, come gli Staind, e che la voce di Shaun non sia particolarissima, per quanto possieda un buon timbro. Questo album ha comunque una componente melodica più che apprezzabile, e dei testi alquanto belli, mentre i pezzi sono nel complesso trascinanti, potenti, talvolta tristi e riflessivi, talvolta spensierati. L'album si apre con un pezzo molto bello, "Because of Me", molto potente e ad indicare subito quale sarà la scia di tutto l'album, dominato dall'uso molto melodico della voce di Shaun; "Remedy", il singolo, richiama alla mente subito Come As You Are e Smells Like Teen Spirit dei Nirvana, forse riviste, ma comunque l'esposizione all'influenza dei Nirvana qui è molto viva; dei 14 pezzi è di sicuro il più commerciale e scontato; "Truth", sulla falsariga della prima traccia, è una bellissima canzone, dominata dagli arpeggi e da un testo molto nostalgico. "The Gift", iniziata da un arpeggio molto interessante in puro stile post-grunge, è un altro notevole pezzo del quartetto, molto profondo anche nel testo e nell'incisività del cantato; "Burrito", un pezzo bellissimo che sembra studiato per continuare i primi 4 senza perdere un secondo di godibilità, conduce gli album tra i pezzi più belli con un ritornello molto trascinante e degli arpeggi alquanto interessanti nella loro semplicità; il sesto pezzo "Given" all'inizio non si discosta molto dagli altri ma non bisogna dire l'ultima parola fino al potentissimo ritornello che spezza la malinconia delle strofe; segue "Never Leave", interessante fino a un certo punto perchè è qui che inizia a sentirsi la ripetitività delle canzoni, anche se è comunque godibile e ascoltabile (magari separate dalle altre).
"World Falls Away" è la prima fin qui ad iniziare potentemente, scandendo subito il tempo della canzone; nei riff della canzone si intravedono delle novità, ma lo stile dei Seether è sempre lo stesso ripetuto; il pezzo è comunque piuttosto ben elaborato e buono. A seguire, una bellissima ballata in cui la voce di Shaun si contraddistingue, "Tongue", molto bella e quasi influenzata dai Pearl Jam, altri grandi esponenti del grunge.
"I'm The One", assomiglia fin da subito ad una canzone dei Nirvana, però rielaborata nello stile più moderno e trascinante dei Seether; "Simplest Mistake", molto semplice nello schema però molto trascinante, è uno dei pezzi più belli per quanto riguarda la bellezza delle parole e del ritornello; "Diseased", altro pezzo molto bello, forse il più lento dell'album, non lascia un attimo con l'amaro in bocca per la sua dolcezza fino a che non irrompe nella potenza della distorsione, che continua il pezzo in modo superlativo; "Plastic Man" cancella la calma poi scomparsa di "Diseased" in una ballata molto dolce e malinconica, priva di distorsione, in cui la voce la fa da padrona.
Spendo solo due parole per la bonus track, pezzo che si poteva tranquillamente eliminare (nonostante contenga un ringraziamento ai fans nella loro lingua madre).
L'album è quindi bello, godibile; niente di particolare per chi ha già sentito gli altri, ma nasconde con discrezione un'eloquente salto di qualità, che perde la sua incisività con la ripetitività (a lungo andare) di alcune canzoni troppo simili tra loro. Consigliato agli amanti di questo genere che riesplora i vecchi fasti del grunge di Nirvana, Mudhoney, ecc.
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