Dopo gli esaltanti Morbid Visions, Schizophrenia, Beneath the Remains e l'ottimo Arise, con Chaos A.D. i Sepultura fanno ciò che nessuno aveva ancora fatto.
Il songwriting è stato semplificato al massimo, pochi riff per canzone, quasi inesistenti variazioni o cambi di tempo, per dare maggiore impatto alle 12 canzoni racchiuse in questo cd.

L'innovazione è riuscire a fondere il death/thrash acerbo e senza compromessi dei precedenti album con sonorità tipicamente tribali creando qualcosa di unico, che verrà ripreso su scala maggiore nel successivo Roots. Il risultato è che con queste idee e questi riff i Sepultura hanno involontariamente dato inizio a quella corrente che oggi chiamiamo nu metal e di cui faremmo molto volentieri a meno.

Al contrario di Roots, che si potrebbe classificare come tribal-crossover, in Chaos A.D. il death metal è ancora presente, nella voce di Cavalera (che dopo Roots formerà i Soulfly) negli assoli di Andreas Kisser, veloci, ultratecnici e soprattutto ricoperti da una tale valanga di wah e armonizzatori che se anche stesse suonando il motivetto di Jingle Bells non ce ne accorgeremmo.
Mentre per ora la componente tribale la troviamo nella parte ritmica e nelle percussioni (si potrebbe dire che Igor Cavalera sia stato il primo a suonare come tanti batteristi crossover fanno adesso) oltre che nella bellissima strumentale Kaiowas.

Testi bellissimi, politicamente impegnati e sempre attuali (vedi Territory, Propaganda o Nomad) e una manciata di canzoni dalla violenza devastante in cui Cavalera ci sputa addosso tutta la sua rabbia (Chaos A.D., Biotech Is Godzilla, Manifest e la sopraccitata Propaganda) vi faranno subito innamorare di questo cd.

Un disco che farà la storia e la fortuna di questo gruppo brasiliano di Belo Horizonte che involontariamente ha cambiato qualcosa nel mondo della musica estrema

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