Controllo nel database di DeBaser: mancano tanti, troppi album di Gainsbourg, ma almeno quelle quattro famose raccolte della Mercury del 1996 ci devono stare, dai. Dopo la compilation latina e quella jazz, è il caso di parlare anche di quella pop (magari parlerò anche di quella "sexé", o qualcuno migliore di me lo farà).

 

Oui, alors. Come penso sia noto, Serge Gainsbourg detto Gainsbarre è il musicista più prolifico del XX secolo: ha pubblicato circa una ventina di album, quasi trenta colonne sonore, molteplici raccolte ed infiniti singoli e collaborazioni con i suoi amici, ma soprattutto con le sue amiche, compagne, amanti, parenti, conoscenti e via discorrendo. Ci ha lasciato una mole di lavoro straordinaria, paragonabile alla quantità di opere che ci lasciavano i musicisti classici e confrontabile, all'oggi, forse (forse) solo con l'opera omnia dei prolificissimi Pizzicato Five, i quali hanno a che fare con Gainsbarre in molteplici maniere. Da questa infinita mole di musica, come dicevo, la Mercury ha deciso nel 1996 (nel quinto anniversario della morte dell'artista) di riproporre il meglio di questo chanteur. L'impresa non è stata di certo facile: pur dividendo le quattro raccolte per temi (quelli sopracitati) purtroppo molte pietre miliari sono andate perdute, ed il risultato potrebbe non essere gradito ai fan storici; in ogni caso sono un ottimo trampolino per iniziare una seria recherche su quest'artista.

Comic Strip, in particolare, potrebbe essere il disco perfetto per iniziare ad addentrarsi nel mondo di Gainsbarre. Contiene 20 canzoni (fra cui tutto l'imprescindibile album Initials B.B.) assolutamente straordinarie: scritte tutte fra il 1966 ed il 1968, questi brani sono la quintessenza della vita, del mood, della musica e dell'idea stessa di Francia che girava allora per la ville lumière, Parigi. Gainsbourg, che i francesi stessi ricordano quasi più come un poeta che come un musicista, parlava di tutto: da bravo chansonnière si occupava dei sentimenti (Un poison violent, c'est ça l'amour), ma trattava anche dei linguaggi giovanili (Comic Strip), della fascinazione statunitense (Ford Mustang, capolavoro), della moda (Qui est "in" qui est "out") ed, ovviamente e soprattutto, del sesso (totalmente geniale fin dal titolo è 69 année érotique). IL SESSO. Vista la quantità di canzoni che Gainsbourg c'ha scritto sopra (a partire dalla celeberrima Je t'aime... moi non plus) potrebbe parere che non pensasse ad altro... ed è ben probabile, ma è anche vero che queste sono di una qualità suprema, insuperabile, sublime, sono perfette. Sì, Gainsbourg era un genio e le sue sono ieri come oggi canzoni formalmente perfette: le parole sono scelte con una cura maniacale ed, oltre al loro significato semantico, dal lato semiotico vanno a formare giochi di allitterazioni e consonanze meravigliosi (e qui non sapere il francese è quasi meglio, perché permette di apprezzare il suono delle parole ancora meglio di chi lo conosce); la musica è di un'originalità ed un avanguardismo che al tempo potevano vantare solo i Beatles e non so chi altro; l'arrangiamento è studiato come mai più si potrà apprezzare, e probabilmente è il più importante lascito che Gainsbourg ci ha donato: fiati sempre meravigliosi, archi mai invadenti e di solito in contrappunto (addirittura!), tastiere addolcenti e sezione ritmica inasprente, e soprattutto chitarra a sprazzi minimali e genialissime linee di basso che fanno parte del patrimonio immateriale dell'umanità o quantomeno dei musicisti (mi mancano le parole, per esempio, per commentare le scale semplici e perfette di Bonnie and Clyde, en duo avec le diable en personne Brigitte Bardot). Tornando a prima: è vero che Gainsbourg, avendo realizzato centinaia di brani, potrebbe aver commesso qualche passo falso, ma anche la sua peggior canzone è comunque magistrale per come è resa formalmente. Bloody Jack, per esempio, è forse la canzone più debole di questa raccolta, eppure è comunque esemplare per ondulata ritmicità delle parole ed armonia musicale.

 Quanto all'eredità che Gainsbourg ha lasciato ai suoi posteri, certo quest'album non soddisfa a sufficienza l'enorme volume di innovazioni che questo musicista ha tramandato ai giorni nostri... ma non è difficile rendersene conto: prendiamo un qualunque album francese uscito negli ultimi 40 anni (musica elettronica compresa) e certamente troveremo dei rimandi a Gainsbarre. Vengono sempre nominati gli Air e la figlia Charlotte come continuatori del genio di Serge, ma in realtà la Francia tutta continua (come può) il genio di Serge, perché egli ERA la Francia, e lo è tuttora. E non solo la Francia: Un poison violent, c'est ça l'amour non potrebbe sembrare forse un brano dei White Stripes? E Requiem pour un c... non starebbe benissimo nella discografia dei Blur? Gainsbourg non è particolarmente famoso oltre i confini a nord con la Manica, a sud coi Pirenei, ad ovest con l'oceano ed ad est con le Alpi ed il Benelux, ma in realtà direttamente od indirettamente ha influenzato moltissimi i musicisti contemporanei. Dicevo prima dei Pizzicato Five: sono stati fra gli interpreti più raffinati di Gainsbourg, forse i più raffinati di tutti, raccogliendo le sue tonalità e trasferendole pari pari in giapponese, giusto con un po' di wasabi e salsa di soia in più; la loro Tokyo Mon Amour, par exemple, è esattamente 69 année érotique leggermente ravvivata ed eseguita non da Serge Gainsbourg & Jane Birkin, ma da Yasuharu Konishi & Maki Nomiya.

Il senso di questa splendida raccolta dunque non è di fornire una visione completa del pensiero musicale di Serge Gainsbourg (impresa impossibile), ma di far rendere conto a chi non ne sapeva nulla che la musica, senza di lui, oggi sarebbe un po' diversa. Un bel po' diversa.

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