Si potrebbe cominciare la recensione di un film del genere puntando il dito sulla mancanza di idee e di fantasia in cui versa il nostro cinema, ormai cadenzato da cinepanettoni nel periodo natalizio, favolette giovanilistiche contemporanee sotto San Valentino, mattonate "d'autore" a ridosso di Cannes e Venezia puntualmente lanciate verso la nomination agli Oscar e per questo ripropinate verso primavera. In mezzo a tutto ciò sta prendendo piede la moda dei remake dei film culto della commedia italiana anni '70-'80, avviata qualche stagione fa da "Febbre da Cavallo - La Mandrakata" e proseguita passando per "Il ritorno del Monnezza", e "Eccezziunale veramente capitolo secondo... me".

Signori... benvenuti nel Nuovo Cinema Italiano! (anche se poi il paragone con le produzioni straniere non è che sia così annichilente...)

Se la settimana scorsa mi avessero detto che mi sarei ritrovato al cinema a vedere il seguito delle fortunate gesta di Oronzo Canà (ormai prossime al quarto di secolo), non ci avrei creduto: non per pregiudizio, ma per sano realismo. Comunque, per una serie di coincidenze sono dovuto andare a vedere il film e ho pensato "vabbé, qualche risata la strapperà se non altro per il buon vecchio Lino Banfi...".

La vicenda è ovviamente ambientata ai giorni nostri, e se all'inizio c'è un tentativo di marcare la differenza tra l'atteggiamento calcistico un minimo più spontaneo di allora (correva l'anno 1984) e quello fichettistico e stellare di adesso, lo si perde però quasi subito. Oronzo si è ritirato in campagna a gestire con la moglie l'oleificio di famiglia, e quando la Longobarda torna in serie A grazie alla nuova dirigenza russa, viene invitato a dire la sua su Sky. Se dapprima sembra dover scoppiare lo scandalo circa le affermazioni di Oronzo sull'esonero che fu, subito dopo il buon Canà viene stranamente richiamato a guidare la Longobarda...

Il cast originale è stato richiamato quasi interamente per l'occasione, alla fine riciccia fuori pure Aristoteles, e i richiami narrativi al primo capitolo sono inevitabili. La trama è zoppicante, troppo arzigogolata e in molti punti francamente noiosa. La sceneggiatura (!) va a cacciarsi in situazioni sterili da cui poi esce con deus ex-machina buttati là a calci nel sedere. Vengono mischiati senza effetti rilevanti tentativi di gag già viste con equivoci tanto triviali quanto tirati per le orecchie, e i personaggi nuovi, dall'auto-marcatore giapponese Kiku al fuoriclasse Caninho non hanno nulla di nuovo. Senza menzionare l'onnipresente pubblicità agli sponsor del film.

Il problema di questo film non è però la qualità, sarebbe assurdo aspettarsi questo. Il problema è che non fa ridere, e non basta che Lino Banfi riprenda in pieno il nervosismo e la trafelatezza del personaggio tipo con cui si è fatto amare dal pubblico. Si vede che prova a far reggere la comicità tutta su di lui, ma non gli riesce.

Aggiungiamo una regia davvero orrenda e una fotografia che non è nemmeno a livello di fiction televisiva e otteniamo un pastrocchio totale.

Non si può pretendere che questi remake abbiano la "spontaneità" degli originali che li hanno ispirati, però non mi sembra neanche giusto basare tutto su richiami a cose già fatte e che automaticamente un sorriso te lo strappano, se non altro per simpatia. Ma non si può campare di rendita in questo modo, e non si può legittimare così quest'andazzo.

La cosa più irritante è che questa pigrizia mentale è l'effetto della vetrina di tutti i personaggi famosi che sfilano nel film parodiando se stessi. Irritante perché un conto è l'autoironia, un altro svelare senza alcuna decenza che si sta campando consapevolmente su una presa in giro che costa miliardi e tiene in pugno il paese. Esempio di ciò la scena tra Lino Banfi e Lotito, o quella di Moggi capostazione, o dell'incubo di Oronzo in tribunale. Questo film è al secondo posto negli incassi della settimana. Possibile che l'audience nazionale sia veramente così facilona da permettere questo? Prima di entrare speravo di ridacchiare almeno a denti stretti. Verso la fine del film costatando il livello a cui siamo scesi mi è calato addosso lo sconforto.

Da non guardare, neanche per sbaglio su dvd pirata.

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