I System Of A Down vanno in crisi: il chitarrista Malakian comincia a prendersi troppo spazio, vuole fare tutto, suonare, cantare, ballare, far di conto, e Tankian alla lunga si stufa.

Questo è solo uno dei tanti pettegolezzi sulle sorti della band, che ha deciso di fare una lunga pausa, dopo 10 anni di attività, e appena 5 album all'attivo. In realtà i componenti hanno annunciato che prima o poi torneranno, e ne sono convinti, nonostante non sappiano bene quando. Nel frattempo non se ne stanno certo con le mani in mano.

Così, mentre Malakian lavora al suo nuovo progetto "Scars On Broadway", il cantante Serj Tankian si pubblica il suo primo disco solista: "Elect The Dead".

La prima impressione che si ha nell'ascoltare questo disco non è affatto negativa, solamente diversa (se siete abituati ai lavori precedenti). Di fatto, questo disco è la sbiaditura dei SOAD, un lavoro stilisticamente incompleto. Se infatti vi troviamo i gridi, i lamenti e i vari "la-la-la" del cantante, di certo sentiamo la mancanza dell'invadente chitarra, maledettamente heavy, e i tipici ritmi serrati della band.

L'atmosfera è sì un pò "lamentosa" (nel senso di "c'è poco da ridere") come negli ultimi "Mezmerize/Hypnotize", ma forse anche troppo. In sostanza, è difficile sentire un'impronta tipicamente metal, davvero lontana. Capiamoci, questo non è un brutto disco, anzi alcuni brani sono davvero niente male, ma riesce difficile abituarsi SOLAMENTE alla voce di Tankian, mai interrotta da un bel riff incacchiato dei bei tempi, o i coretti striduli di Malakian (sebbene non sempre perfetti).

A mio parere, per un fan come me dei SOAD (il mio gruppo metal preferito, anche se ascolto quasi niente di questo genere, e forse già lo sapete), qui se ne sente fortemente la mancanza. Prima mi dava sicurezza sapere che i System esistevano, avevo una garanzia da un grande gruppo ancora capace di stupire dopo album come l'omonimo o "Toxicity" (mai e poi mai mi sarei aspettato due capolavori dagli ultimi due), un gruppo diverso ma terribilmente umano. Ora il vuoto si sente, e un album di Tankian, seppure carino, non riesce a colmarlo.

3,5 /5

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