"Your bulldozers and wrecking ball can make match-sticks out of the rickety staircase and crookt/creaking floorboards - but they can't erase the recording that was made here."
Lontani dalle luci della città. Dalle grida delle strade. In un casolare fatiscente, prossimo alla demolizione. Per circa cinque giorni, in stato di veglia semipermanente.
Tredici individui provenienti dalla fervida Montreal (Godspeed You Black Emperor!, Exhaust, 1-Speed Bike, Fly Pan Am, A Silver Mount Zion...parenti e amici, insomma) decidono di abbattere qualsiasi confine tra la nebbia e la terra. Tutto offuscato, sommesso e volatile. A volte si ricordano della gravità e ritornano a semplici melodie corali per strumenti a corda di una dolcezza infinita. Altre volte inciampano in un tappeto di percussioni scoordinate sorretto soltanto da un violino appena accarezzato. Un ululato lontano di una sirena. Il mondo, pure lui aveva la sua da dire in quel momento. Lo scricchiolio di una porta. Passi nella ghiaia. Il soffio del vento, più opprimente del cielo stellato d'inverno. Come essere ciechi sulla cima di una montagna.
Si cammina a mezz'aria.
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