Un giorno un amico mi ha chiesto una cosa... "senti un po' Marco, ma cosa ne pensi del nuovo disco dei Settlefish? "... "Sai, ho sentito dire che è molto pop... orecchiabile e dal sound per così dire americano... Non si saranno mica venduti? Sono sempre loro vero?"

"Beh... è molto diverso dai precedenti... sai, i nostri hanno fatto un disco pop"

Il mio amico al suono di questa parola da tre lettere mi lanciò uno sguardo fulminante... si alzò dal tavolo a cui eravamo seduti, si diresse dalla bicicletta e andò via...

Rimasi stranito... ma neanche troppo, un po' me l'aspettavo...

Il fatto è che parlare di "Oh! Dear!" non è esattamente la cosa più semplice del mondo... è inevitabile dire che si tratta di un disco pop... non vedo come sostituire questo tenebroso termine... Però pop non è sempre sinonimo di "facile"... se così fosse questo sarebbe un lavoro che va giù al primo ascolto... e beh!... non è affatto così...

Ricordo la giornata piovosa in cui lo comprai e tutto entusiasta ascoltai il cd spensieratamente, non avendo idea che i Settlefish avessero deciso di fare a pugni con le mie orecchie... così mi ritrovai sdraiato sul letto con la copertina in mano a contemplare i titoli delle canzoni e a chiedermi come sia potuto accadere... "Ma come merda ha fatto a non piacermi? Lo cestino o lo riascolto? Eppure fin dalle prime note si capisce che è un disco immediato cazzo! Pure la copertina sembra affermarlo... mah!"

In effetti tutte le canzoni sembrerebbero semplici, scanzonate e ballabili... come fa a non andare giù?

... semplice, perché questo è un disco con le palle... fatto da musicisti maturati, pop è il loro vestito, non il loro credo... è un disco da seguire, con un filo logico strumentale... non un concept, attenzione... ma un insieme di canzoni da seguire in modo concentrato e non distrattamente... sembrerebbe che Clancy abbia trovato uno stile più personale nel cantare... e la batteria è forse più in primo piano rispetto alle sempre ottime e precise chitarre... probabilmente è proprio questa batteria a ricordarmi per certi aspetti i Cure...

Sulle canzoni c'è da dire che più o meno sono costruite tutte sulla stessa struttura... i momenti più belli dell'album sono il pezzo d'apertura "Head Full of Dreams", in cui si capisce già molto del resto del cd, "Summer Drops"... dove dopo una partenza calma si arriva ad un finale chitarroso, autentiche perle le due "I go to Quixotic" e "The Boy and the Light"... "This City" è una delle canzoni più violente del complesso, bellissima anche la conclusiva "Wishing Tunnels"... da ricordare i quattro intermezzi melodici con la voce in primo piano e di brevissima durata (parliamo di secondi) situati lungo tutta la scaletta...

Buonissima scelta anche per non rendere il tutto eccessivamente pesante...

... i Settlefish sono tornati... e hanno fatto un disco pop... e che pop!

1 Head Full of Dreams
2 Ballons
3 Summer Droops
4 Interlude 1
5 I Go Quixotic
6 The Boy and the Light
7 Interlude 2
8 Lonely Boy
9 Whirlwind in Delivery
10 This City
11 Interlude 3
12 In the Neighborhood
13 Interlude 4
14 Slowly Moved On
15 Wishing Tunnels

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