"Più cerchi possono sovrapporsi senza mai intercarsi, dando origine ad esiti imprevisti e irreversibili." (Dileuce)
The Lodge è dichiaratamente una delle tante variazioni sul tema peccato-espiazione.
Ricorda, forse per le atmosfere nordiche, e per le dinamiche che si innescano tra i personaggi e gli esiti, Le Onde del Destino, altra variazione sullo stesso tema.
Grace è l'unica superstite del suicidio collettivo di una setta guidata da suo padre, anche lui perito nel rito espiatorio.
Quando Richard comunica alla ex-moglie che intende sposare Grace, questa si suicida.
I figli Aidan e Mia, vanno a vivere da Richard, che, dopo sei mesi dal lutto, sperando che i tempi siano maturi, propone ai figli di passare il natale insieme a Grace nel loro chalet di montagna (il lodge).
Insensibile alle proteste di Aidan e Mia che non vogliono saperne di Grace, Richard gli comunica inoltre che rimaranno due giorni da soli con lei per conoscerla meglio.
Nonostante diversi tentativi, Grace non riesce ad entrare in sintonia con i ragazzi, che, ritenendola colpevole della suicidio della madre, ed essendo a conoscenza dei fatti della setta, hanno organizzato una messa in scena per punirla.
Mentre lei dorme, nascondono il cibo e ogni oggetto presente nella casa e staccano il generatore di corrente, rimanendo così isolati nella tormenta di neve, senza poter comunicare con nessuno.
In principio le fanno credere che la casa sia abitata dallo presenza della madre morta in cerca di vendetta e in seguito, facendole ritrovare una foto contraffatta, le fanno credere che tutti e tre sono morti rimasti intrappolati nel limbo della casa.
Grace tenta di mantenere l'equilibrio che aveva faticosamente ritrovato in seguito agli eventi della setta, ma quando cerca di raggiungere il villaggio vicino in cerca di aiuto, cade preda di visioni con apparizioni del padre che le chiede di pentirsi.
Si riaccende in lei il dubbio che la tormenta: la strage della setta è opera sua?
Sempre più confusa, dopo aver vagato nella neve in cerca della strada per il villaggio, si ritrova nuovamente davanti alla casa dove rinvenisce il cadavere del suo cane morto assiderato.
Questa morte non prevista, induce Mia e Aidan ad un ripensamento e ad un ritorno alla normalità, ma ormai Grace è andata.
Sentendosi ormai colpevole per la rovina della famiglia di Richard, quella notte si punirà ustionandosi.
Il giorno successivo al ritorno di Richard, l'esito è ormai scritto.
L'idea di Veronika Franz e Severin Fiala sembra quella di sottrarre progressivamente dall'horror il sovvranaturale.
Le presenze, la casa infestata, gli avvenimenti nella casa di bambola che preannunciano sinistramente quanto avverrà nel lodge, sono espedienti, uso strumentale degli elementi di genere per confondere lo spettatore e condurlo altrove.
Quando l'inganno di Aidan e Mia ai danni di Grace è svelato, l'orrore è ricondotto alle vicende umane.
E' figlio di altri orrori, consapevolmente o inconsapevolmente subiti o agiti, di inganni o autoinganni, di attribuzioni confuse, di intenzioni e volontà divergenti.
Smontata la quinta dell'horror, tutto torna alla concretezza dei vissuti e dei corpi.
Quando Aidan tenta di convincere Grace della loro morte, questa le dice che è impossibile perchè sente la fame.
Ma forse questo lavoro di sottrazione relega il film stesso in un limbo.
I due registi muovono la camera per sorprendere.
Campi e controcampi si alternano con riprese dall'alto verso il basso per soffocare la prospettiva o viceversa per convogliarla verso l'alto.
L'inospitale scuro degli interni contrasta con l'altrettanto inospitale bianco al di fuori.
La casa a forma di crocefisso, dove Grace cerca inutilmente rifugio, erge come un totem nella neve.
Se la storia fosse fatta dai fotogrammi estratti dalla pellicola, sparpagliati e lasciati alla libera interpolazione dello spettatore la tensione non tarderebbe ad insinuarsi, per quanto questa ricerca del visivamente sorprendente sia insistita.
Ma l'horror non prende allo stomaco, non inquieta e il disvelamento finale precipita velocemente nello scioccante in salsa von Trier.
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