Ma si, ho voglia di piantare un bel casino. Perchè di dietrologia da collezionatori di figurine ne ho sentita a pacchi sui Pistols, e siccome io ho la verità in tasca e mi fa scomodo ne regalo un po'. Partiamo da un presupposto essenziale: chi odia il Nevermind e i Pistols, adducendo motivazioni che di musicale hanno niente, è appena caduto nel giochino sporco dei Pistols, lo stesso della magliettina con la svastica, solo un po' più sottile. I Pistols partono nel bene o nel male da McLaren, fresco fresco da una colossale sputtanata con i New York Dolls. Suo è il negozio, suo lo stile, sue le idee, la base, suoi i contatti per la prima formazione, quella pre-Vicious. Questo qui si era studiato ben bene i New York Dolls, aveva l'idea, s'era guardato i vestiti di Richard Hell, la voce (ascoltare Rotten e confrontare con Hell per cortesia), gli serviva un mezzo per lanciare lo "stile". Prende quindi quattro teppisti, gli da qualche strumento, un nome, dei vestiti. Da qui parte una serie di fandonie imbarazzanti, fosse storia i nazisti sarebbero un gruppo di benpensanti (cit.).

In breve. I discografici i Pistols inizialmente non sanno nemmeno chi sono, iniziano ad avere un seguito (composto anche da tali Ian Curtis o la mia amata nonché "sexual perversion till 1984" Siouxsie) per i concerti, che sono un concentrato di violenza e follia che mai si era visto da quelle parti. Questi quattro iniziano ad assumere atteggiamenti abbastanza preoccupanti, nel senso che il cantante, Rotten, parte regolarmente in sproloqui tra l'assurdo e l'insulto, Vicious, il ragazzino amico di Rotten che si è unito da fan alla band, inizia a mischiare sempre più il personaggio con la sua vita. Roba che non va bene insomma. Questa cosa è solo da immaginare, i Pistols sono immagini da custodire nella mente, sono roba che va fuori dalla musica - ci sono questi quattro straccioni, quasi sempre ubriachi, che si atteggiano da nichilisti in un nonsense continuo, iconoclasti con l'unica finalità di offendere, perché insomma, alla fine il risultato di tutta questa filosofia è che cagano veramente il cazzo. Si, il primo di una serie inoppugnabili di punti è questo, sono oggettivamente ingovernabili.

Ma andiamo piano. Nel '76 esce il primo singolo, quello che fa scoppiare il fenomeno di costume, "Anarchy in the UK". È roba tanto grezza, non sanno davvero reggere gli strumenti, ma dentro c'è qualcosa, non è solo "garage for dummies", è una cosa istintiva che prende la testa ai giovinastri, un moto ribelle disperato che evidentemente non porterà a nulla, roba tipo "fino adesso hai predicato l'amore libero e ora ho l'AIDS, permettimi di dissentire". Rotten, come già specificato, rompe le palle, quindi all'urlo di "lo facciamo solo per soldi" all'inizio del '77 abbiamo un Matlock che se ne va per un Vicious che viene, nonché il primo contratto discografico nel cesso (ottima politica, se vuoi fare soldi sputtana contratti discografici). È quindi il turno di un nuovo singolo, "God Save the Queen", e di un nuovo contratto discografico. I Pistols iniziano a venire boicottati dai media, e non è che ne parlano male, non ne parlano e basta (altra ottima strategia per vendere). E via, altro contratto sputtanato, arriva la Virgin. La band, nel frattempo, non può più fare concerti. Capito? I colletti bianchi si sono cagati in mano, e hanno tentato di farli fuori. A punti a quanto siamo?

E arriva. Il Nevermind fa piazza pulita, è manifesto e nascita, senza andare a scomodoare band pseudo-surf, o tutta l'altra gente che non ha avuto un decimo del carisma e della presenza scenica dell'ultimo dei Pistols; qui comincia davvero tutto. Non è nemmeno propriamente punk, è come ho già detto Garage più veloce e meno raffinato. Grazie al Nevermind nascono migliaia di formazioni, grazie al Nevermind parte lo "stile", i vestiti, la moda, le spille da balia nel culo, soprattutto la non-risposta alla società. I pezzi sono politica da bar, superficiale e consapevole di esserlo, filosofia spicciola e minimalista senza né capo né coda, nichilismo e iconoclastìa. Il disco è la gente del tempo, non protetta e insicura ma con la voglia di vincere comunque: la risposta è "combina quel che vuoi, non mi puoi fare niente a me".

Poi è la discesa. Parte il tour americano che non si capisce se va bene o male, Rotten e McLaren sono cane e gatto, Vicious incontra le due donne della sua vita e addio, alla fine dell'anno i Pistols si sono sciolti. Qui, tanto per dare un punto d'appoggio a chi "ha sentito dire", esce il primo documentario di Julien Temple, "The Great Rock'n'roll Swindle", con un gongolante McLaren che afferma di aver pilotato i Pistols pressoché in tutto. Sono puttanate chiaramente. Partiamo dal presupposto che uno che non riesce a rendere con una band come i New York Dolls difficilmente è persona in grado di fare la O con il bicchiere, sostenere che una band divenuta fenomeno di costume e Storia Della Musica Rock lo sia diventato grazie al manager è da idioti (con offesa, chiaramente). Le idee le ha avute, ha contribuito, ma il casino l'hanno fatto i Pistols. Rotten si faceva comandare a bacchetta ma poi impazzisce ed inizia a litigare con chi lo comandava? Dai... E senza il suo mentore mettere su una band assolutamente splendida e seminale come i PIL? Ma dai cazzo, hai corrente tra le orecchie. E poi erano dei montati, erano dei costruiti, non sapevano suonare.

Ecco, intanto che lucidi la tua stratosalcazzo in attesa dell'ennesima cover dei Pearl Jam, ripetiti queste parole: "io ho come fan Siouxsie e Curtis, al mio concerto stasera c'erano i Buzzcocks e i Damned, il mio gruppo spalla sono i Clash", ora raccogli il tuo amor proprio e vai in bagno, tu sai cosa devi fare. Che poi sta cosa del non saper suonare torna sempre buona per i Pistols, con i Beatles nessuno la tira mai fuori, è ben strana sta cosa. Pochi sanno, inoltre, che Temple ha girato un secondo documentario, dove viene data voce ai Pistols, ed in cui la figura di McLaren viene pesantemenre ridimensionata, ma questa è per palati fini. Poi, alla fine, sono solo le manie di grandezza di un de-punk, piace o non piace, ai Pistols va bene uguale, lo giuro.

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