I genovesi Shake Well Before sono a mio avviso di gran lunga una delle migliori realtà metalcore in circolazione sul territorio europeo oggi come oggi. Una considerazione che viene spontanea vedendo anche la cura che questa band pone su ogni sua uscita, da un EP a un videoclip, tutto è curato nei minimi dettagli e la qualità si sa, paga. Forse anche per questo motivo non è cosa poi così strana pensare che nella loro discografia dal 2008 a oggi – esclusi i classici demo iniziali – ci siano solo un EP (“Goliath”, pubblicato nel 2012) e il tanto atteso debut album, “Woland”, che vede finalmente la luce grazie all’etichetta tedesca RedField Records. Il combo ligure è cresciuto parecchio col passare degli anni, arrivando a uno stile che ha sempre meno di che spartire col termine “core” e che invece li vede sempre più inclini al death metal di scuola svedese. “Woland” è un lavoro intenso, dove al suo interno sono racchiusi tutti gli elementi portanti che fanno di un disco qualcosa di valido: strutture sonore ricche di particolari, intensità, produzione cristallina e una manciata di canzoni sopra la media. In questo album si nota soprattutto come questa band abbia lavorato sodo in sede di composizione, dosando con minuziosa attenzione breakdown alla ricerca di una maggior libertà ritmica, cosa che ha permesso poi alle chitarre di muoversi con estrema libertà tra solos e passaggi di ottima fattura tecnica. Ma come in ogni produzione del genere a dover tener banco è soprattutto la voce e in quest’occasione l’aggressione vocale messa in piedi da Silvio Musso credo possa convincere anche l’ascoltatore più scettico, gestendo con uno stile “in your face” un compito tutt’altro che semplice sulla carta. “Woland” è insomma un disco molto interessante, capace di prendersi sulle spalle gli Shake Well Before e condurli dallo status di promessa a interessante realtà del panorama alternative tricolore e, perché no, europeo. Avanti così senza indugi ragazzi.
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