Waka Waka

Attraverso queste due semplici e celeberrime parole, titolo parziale dell'altrettanto celeberrima canzone, intende aprire le danze la mia brand-new review concernente l'ultimissimo lavoro bilingue della prorompente Shakira, Sale El Sol. Ebbene sì, l'amato, odiato, onnipresente, onnipervasivo inno ufficiale dei Campionati Mondiali di Calcio rappresenta il degno preludio dell'album e ne anticipa le sonorità prevalenti, ossia un eterogeneo mix di Latin Pop, Merengue, Rock, Pop e Dance.

Tuttavia mi permettano i miei colleghi di sfatare una buona volta per tutte il mito di Waka Waka e di affievolire l'entusiasmo della massa discotecara pronta a sculettare ed a imitare, con risultati pietosi e malfermi, le movenze della bella Shaki ogni maledetta occasione in cui il tormentone Summer 2010 impazza dalle casse roboanti dei vari stereo e Dj set. Basta! Inizialmente il brano mi piaciucchiava, lo si ascoltava con gaudio e tripudio ogni sabato sera e non sulle auto sfreccianti degli amici, felici e ululanti di gioia ogniqualvolta si presentava ai loro padiglioni auricolari la hit del momento ("Ragazzi, c'è Waka Waka!!!!!!") . Un'alternativa fresca, solare ed estiva alle varie GaGa, Rihanna e Katy Perry, Regine del mainstream 2010 da spiaggia. Si era meritato pure un bel posticino all'interno del mio lettore mp3, addirittura in una personalissima playlist. Tuttavia la riproduzione e la riproposizione imperterrite del Tormentone attraverso radio, discoteche e quant'altro hanno suscitato da parte mia un senso di stanchezza e di sfinimento nei confronti di quel brano. Now it's time to switch to other songs, mi son detto. Non basta. La continuo a risentire, ad ogni inaspettata ed imprevista occasione. Pazienza.

Waka Waka anticipa bruscamente il ritorno di Shakira alle sue origini latine, tralasciando la "sperimentazione" musicale di She Wolf, album nel quale sonorità elettroniche, hip-hop, dance, dancehall, pop mainstream e folk-country avevano plasmato le (piuttosto scarse) tracce contenute all'interno del disco, dalla title track She Wolf a Gypsy, Did It Again, Spy, Why Wait e così di seguito.

Partiamo con l'analisi dell'album. Il primo singolo ufficiale (Waka Waka ne rappresenta solo l'aperitivo, l'assaggino prima della "grande abbuffata"), Loca (presente in due versioni, spagnola - performata con El Cata - e inglese - con la presenza del rapper Dizzee Rascal - ), intende unire in connubio Hips Don't Lie, La Tortura e (ebbene sì) lo stesso Tormentone 2010 che ormai è conosciuto anche negli angoli più sperduti e dislocati del pianeta: il risultato, purtroppo, stenta a fatica a raggiungere la sufficienza, essendo un miscuglio forzato di Latin Pop, Salsa. Merengue e qualche goccia di Dance-Pop. Unica nota positiva, il video, in cui la nostra amata cantante, dedita ad una folle peregrinazione per i viali di Barcellona, si esibisce con voluttuosi balletti ed euforici sculettamenti.

Ben più degne di menzione e di apprezzamento sono le romantiche ballate, nelle quali la voce di Shaki risulta sincera, acuta e malinconica, Devocion, Antes De Las Seis e Lo Que Mas, mentre sprazzi di gradevole rock leggero sono riscontrabili nella opening - track Sale El Sol e Mariposas, a mio dire simili e paragonabili a grandi classici Shakiriani, quali Don't Bother e La Pared.

Riprendendo il discorso "ritorno alle origini" attraverso il Latin Pop e derivati, ci si imbatte in tracce più consistenti e in sounds meglio confezionati se confrontati alla poco convincente Loca: Gordita, Addicted To You, Rabiosa (con il featuring dell'ormai presente anche nelle patatine Pitbull) fondono Merengue, Salsa, Latin Pop, oltre che a sonorità più mainstream e commerciali come Urban, Hip-hop, Dance-Pop. Una dimostrazione di grande versatilità ed eterogeneità musicale, sposate ad una tonalità vocale ampia, sicura e dolce. Dopo la bizzarra e poco convinta Loca, Shakira dimostra finalmente di essere abile a maneggiare e a destreggiarsi con grande creatività in generi musicali meno mainstream, nonostante avesse già eseguito tale lavoro e avesse dimostrato positivamente tali capacità in lavori come Fijacion Oral, Vol. 1 (2005, ndr).

Concludendo, menziono un brano più poppish, leggero, dal piacevole sapore soft rock, ovvero la cover della band inglese "The xx" Islands, solare, malinconica, estiva e nostalgica.

Il "Ritorno alle origini", se così possiamo definire questa nuova ed irripetibile svolta musicale da parte di Shakira, risulta talvolta traballante, sebbene presenti in varie occasioni idee più che positive e tracce di ricchezza melodica, tuttavia non manca di regalare al pubblico un lavoro che anzichè seguire la massa e gli attuali stili musicali prevalenti, fa dietrofont e va controcorrente, arricchendo un panorama sonoro sempre meno originale e sempre più omologato e uniforme. L'esempio che detta Shakira con la sua ultima fatica consiglia vivamente, soprattutto ai Big, una maggiore eterogeneità nel music-biz. Occorrerà darle ragione? Il mercato discografico, le charts, il pubblico stesso risponderanno a questo arduo quesito.

Shakira, Sale El Sol

1 Sale el sol

2 Loca (Spanish Version) (feat. El Cata)

3 Antes de las seis

4 Gordita (feat.  Residente Of Calle 13)

5 Addicted to You

6 Lo que más

7 Mariposas

8 Rabiosa (Spanish Version) (feat. El Cata)

9 Devoción

10 Islands

11 Tu Boca

12 Waka Waka (Esto es Africa) (K-Mix)

13 Loca (English Version) (feat. Dizzee Rascal)

14 Rabiosa (English Version) (feat. Pitbull)

15 Waka Waka (This time for Africa) (K-Mix)

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