"This Is England" è uno di quei titoli che sono andati velocemente a sparire dall'immaginario di tanti cinefili. E la cosa in parte mi ha spinto a volerne parlare, giusto per attirare la curiosità di qualcuno che per motivi suoi se l'è fatto scappare, anche perché ormai trovarlo solo in DVD è praticamente un'impresa. Anno 1983. Midlands, Inghilterra, in piena era Thatcher. Shaun è un bambino di dodici anni rimasto orfano del padre durante la guerra delle Falkland, che viene costantemente preso in giro dai compagni in primis per la sua timidezza. Un giorno per puro caso si imbatterà in una piccola gang, in cui Shaun troverà finalmente una sua compagnia di amici fidati. Ma l'amicizia con questa gang verrà stravolta dall'incontro con Combo, un vecchio capo della stessa gang appena uscito di galera. Durante la sua permanenza dietro le sbarre si è imbattuto in una compagnia di skinhead di estrema destra, che ha convertito le sue idee verso una direzione nazionalista e razzista. Quando ci sarà da dividersi Shaun prenderà una decisione che influenzerà il suo stesso destino.
"This Is England" è un film che, nonostante sia stato dimenticato da molti, all'epoca fece in realtà un buon successo, soprattutto per quanto riguarda la critica. E' un film che riesce ad essere duro come un macigno, e allo stesso tempo dolce come una carezza. Trattare l'argomento dell'ideologia politica che influenza il pensiero di un singolo individuo, e trascinandola a capofitto dentro la propria vita personale, specialmente nei rapporti, è un tema che poteva diventare eccessivamente moralista e buonista se diretto da un registra, seppur gigantesco, come Steven Spielberg. Il regista inglese Meadows, in una delle sue pellicole più ispirate, cosa sceglie di fare? Elimina ogni tipo di buonismo. I personaggi sono vittime e allo stesso tempo carnefici delle loro azioni. Mi focalizzo in primis ai personaggi della storia: Shawn è un personaggio meraviglioso, sia come scritto che interpretato (l'attore all'epoca aveva solo 13 anni), un bambino fragile che vive nel disagio della perdita del padre, e del rapporto con la madre che lo tiene a freno per ogni cosa, ma che è capace di scattare e diventare violento appena gli si nomina le Falkland, preda quindi alquanto facile da manovrare secondo il classico pensiero estremista, basato sul razzismo e la violenza. Combo è il ruolo della vita di Stephen Graham, attore talentuoso che ha lavorato con registi del calibro di Guy Ritchie e Martin Scorsese (comparso proprio in "The Irishman" in un ruolo imperdibile). Combo è la rappresentazione della vittima che diventa paladino e portatore esclusivamente di violenza, spinto da un inefrenabile senso del dovere di vendicarsi sulla così detta "razza minore" secondo i propri principi: un uomo prepotente, distruttivo, arrogante e violento, ma allo stesso tempo un disperato fallito, sia nella vita che in amore; la scena dell'auto è uno dei momenti più toccanti, in cui il carattere più intimo e fragile del personaggio balza fuori all'improvviso colpendoci dritto in faccia, lasciando lo spettatore confuso nel provare compassione per un personaggio rappresentato nel film come tutto tranne che positivo. E più continua il film più si potrà capire il motivo di perché Combo sia una vittima della propria società, a partire dal luogo dove la vera violenza nasce in fase embrionale, cioè la realtà domestica. Interessanti i personaggi di contorno, soprattutto quelli coinvolti nel piano di Combo; ognuno di essi rappresenta un pensiero differente delle conseguenze che provoca il pensiero del nazi-fascismo.
Il film ha una storia che emoziona e rapisce, impreziosito dalla colonna sonora di Lodovico Enaudi, che con la musica sostituisce le parole, che se troppo presenti in certe scene avrebbero rovinato l'atmosfera drammatica del film stesso, portandola verso un'ottica più da fiction. Cosa che fortunatamente non succede. Non mancano anche momenti divertenti che spezzano per pochi istanti la pesantezza di alcnune sequenze, e anche in esse l'ironia risulta credibile, dentro dei personaggi in cui tutti noi riusciamo a rispecchiarci nella loro apparente semplicità. Da menzionare tra le sequenze migliori la scena del market pakistano, agghiacciante nella sua crudeltà, l'incontro con gli skinhead in una casa di campagna, fino al finale che, senza fare spoiler, diventa una summa del film stesso: un vero pugno nello stomaco, che allo stesso tempo sulla melodia di "Please Please Let Me Get What I Want", cover dei grandiosi Smiths, ci culla in una atmosfera dolce e amara allo stesso tempo.
"This Is England" è questo e non solo. Una piccola perla sottovalutata, con dei grandi personaggi credibili, degli attori in forma e una bellissima colonna sonora. Un film che ricrea una realtà di bande giovanili alla "Trainspotting" (il protagonista Woody per certi versi sembra quasi una copia sputata di Renton), ma che al posto di drogarsi di eroina vogliono cambiare il mondo a partire dai loro ideali. Intrattiene, ma soprattutto fa riflettere, e il potere del Cinema per me parte da questi piccoli ma importanti concetti, e "This Is England" vince su tutti i punti di vista. Consiglio infine di dare un'occhiata anche alla serie, con il protagonista cresciuto; non eccezionale quanto il film, ma imperdibile per chi ha amato questa stupenda pellicola, insieme ad "American History X" una delle migliori pellicole sugli skinhead mai realizzato.
Carico i commenti... con calma