Con "The Golden Arcipelago" gli Shearwater portano a termine la loro "missione" ambientalista, dopo l'esordio di "Palo Santo" e il convincente "Rook". Tre concept album in cui si parla della meravigliosa natura e soprattutto delle minacce che noi uomini arrechiamo ad essa. Ed in questo terzo approccio sembra facciano ancora più sul serio, è infatti possibile acquistare, insieme al disco, una raccolta di 75 pagine ricche di immagini e di contenuti vari. Raccolta venuta fuori dopo un viaggio che ha portato il nostro caro Jonathan Meiburg nelle isole più sperdute del pianeta. Impatto ecologista ed intellettuale davvero in risalto quindi, ma sul piano musicale non ci siamo del tutto.

L'album si presenta come un insieme di pezzi poco omogenei tra di loro, risultando spesso noioso e spento, con solo qualche apice più accesso. Certo, non metto in dubbio l'alta qualità compositiva, perchè tra enfasi acustica alternata a scariche elettriche, esibizioni pianistiche eccellenti, qualche rumoretto noise e ibridi orchestrali, si erge un tessuto sonoro davvero notevole. Da non tralasciare poi l'alta dote lirica, portata avanti dalla voce di Meiburg. Ma sul piano generale l'album risulta davvero prolisso e stancante, per lo più in brani che sembra quasi non abbiano un senso, prendete le monotone "Landscape At Speed" e "Hidden Lakes", o l'altalenante e affannosa "Corridors". Lo stesso avviene in "God Made Me" ed in "Uniforms", che nel finale prendono però fuoco con uno scoppio strumentale  che non passa inosservato. La capacità dei Nostri risalta comunque maggiormente nei momenti più delicati intimisti, dove prende vita una sorta di spiritualismo sorretto da un incrocio di ritmi e melodie roboanti.

"The Golden Arcipelago" è si un album emotivo e gloriosamente lirico, ma presenta una produzione soffocata e pomposa, eccetto qualche "mezza-chicca" nascosta. Dopo questo filone naturalista si avverte già un cambio di tematiche e di stile per il futuro, sperando di non incombere in altri intoppi come questo.

Voto: 5.5/10

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