Alla fine, dopo 7 anni, è arrivato. Il nuovo disco degli Shellac di Albini è finalmente realtà.

Che cazzo c’è da dire?

Se non conosci Steve Albini, o sei una pianta grassa o faresti meglio ad uscire in fretta da sta (pessima) pagina e spararti un colpo in testa.

Se lo conosci, allora sai di cosa sto parlando e possiamo pure diventare amici del cuore, farci una birra insieme e scoparci la stessa tipa (possibilmente non mia madre).

Dude Incredible è precisione matematica, 9 composizioni gelide, perfettamente costruite da un trio che con gli anni ha raffinato uno stile fatto di stop and go, ritmi sincopati, beat storti e suoni distruttivi.

Che cazzo c’è da dire, allora?

Quando sento canzoni così vorrei sotterrarmi. Tre musicisti che si alternano e si uniscono come se avessero una mente sola. Batteria e basso creano una sezione ritmica schizofrenica, sempre in divenire. La chitarra di Steve è meno tagliente del solito e un po’infognata nel mix, ma tutto suona eccezionalmente sporco.

Un trio di stronzi in grado di crocifiggere almeno il 90% delle attuali band.

Ma non aspettatevi nessuna novità, solo il culmine di un percorso artistico coerente e sempre più perfetto.

Ascoltando gli Shellac si ha la certezza di trovarsi nelle orecchie musica che deve essere così, perché deve esserlo e basta. Come quando ascolti gli Unsane, i Jesus Lizard o i Mudhoney.

Sai già cosa aspettarti. Sai già che ti piacerà

Tante legnate.

Ed una precisione che non pensavo potesse esistere…

…a meno che non ci si metta a parlare di tette e culi.

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