Non ci stuferemo mai di ripeterlo, la scena alternative italiana non ha più nulla da invidiare a quelle estere. La maggior parte delle uscite discografiche odierne è degna di nota, la qualità si è elevata notevolmente e ormai anche produttori e studi di registrazione sono al passo coi tempi.

Gli Shinebox per chi negli ultimi anni ha avuto modo di confrontarsi con tale scena non sono certo un nome nuovo, diversi tour per la Penisola, qualche tour estero condito da diverse uscite discografiche, ultima in ordine d’arrivo “A Quiet End” mini di sei brani che riprende quanto di buono fatto in “Into The Great Void” datato 2012. Un EP che oltre a sancire la crescita dei nostri, li porta a essere una realtà concreta del panorama hardcore nazionale, muovendosi con attenzione in scenari new school e optando per cori ad effetto che tanto fanno soprattutto in sede live. Nei brani pervade un forte senso di rivalsa/rabbia verso la società odierna, la timbrica del cantato ricorda da vicino quella di Tim Mcllrath dei Rise Against, a metà strada tra il melodico e l’urlato, qualcosa che in ambito hardcore ha sempre il suo perché insomma. A colpire maggiormente nel lotto è “Seasons”, brano molto americano nell’interpretazione dove i cori fanno da padrone e una certa malinconia prende il sopravvento.

Musicalmente “A Quiet End” gira alla grande, strutturato per dare il meglio dal vivo e ben sviluppato nei continui stravolgimenti ritmici. La produzione affidata ai romani Hell Smell Studio (studio che ha dato luce a tanti ottimi lavori di Hopes Die Last, To Kill, Chasing Planets…) è azzeccata e ben riuscita, i suoni sono stati pompati a dovere cercando però di mettere al centro dell’attenzione la voce, cosa non semplicissima visti i toni bassi usati.

Gran bel ritorno insomma, in attesa di capire che cosa verrà fuori dal nuovo album non si può che essere pienamente soddisfatti di quanto fin qui sentito.

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