Qualche anno fa, spulciando le classifiche statunitensi, notai un nome che non avevo mai sentito prima: Shinedown; la canzone si intitolava "45". Quando la ascoltai, ne rimasi molto colpito; una bellissima grunge ballad, condita da uno splendido testo sul tema del suicidio. Proprio a causa del tema trattato, il pezzo fu oggetto di feroci polemiche da parte dei puritanissimi americani.

Cercando informazioni sulla band, scoprii che il pezzo era tratto dal disco d'esordio della band, "Leave A Whisper", che però non ebbi mai modo di ascoltare per intero. Oggi: gli Shinedown escono con il loro secondo lavoro, questo "Us And Them" che negli States ha generato non poche attese, considerato il buon successo commerciale del primo full lenght del gruppo. Il disco si presenta come un riuscitissimo amalgama di sonorità grunge e rock di stampo seventies, fino ad arrivare, addirittura, ad alcune sfumature nu metal.

Il quartetto di Jacksonville può avvalersi di un frontman altamente carismatico come il leader Brent Smith, dotato di una bellissima voce "cornelliana" (perdonatemi il neologismo) ed autore di testi impegnati alla Eddie Vedder e di un chitarrista con i cosiddetti, il grandioso Jasin Todd, autore di riff corposi ma mai banali e di assoli strepitosi. Difficile trovare cadute di tono, un cedimento; "Us And Them" è solido, massiccio come il suono di alcuni suoi pezzi: da "Heroes" e "Save Me", che ricordano i migliori Audioslave, alle ruvide "Fake" e "Atmosphere", fino ad arrivare alle splendide ballads "I Dare You", "Some Day" e l'acustica "Shed Some Light".

"Us And Them" è stato, per chi scrive, una sorpresa piacevolissima, che candida senza dubbio gli Shinedown come una delle migliori rock band del momento. Speriamo che, sull'onda del successo americano, il ciclone Shinedown travolga anche il Belpaese...

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