Vado di fretta (tra poco ci sono i COF all'Orion) quindi è più una raccolta di impressioni che una recensione vera e propria.

Dovevo tornare a casa ieri sera verso le otto, ma visto che non si può resistere al richiamo del Metallo (specie se depressivo e malvagio) mi ritrovo buttato sui gradini del bancomat fuori il Traffic Club, a sorseggiare una Peroni da 66 solo come un cane. Stanno suonando i Lunarsea, ma non posso entrare con la birra. Voi l'avreste lasciata fuori pur di non perdervi la melodic death metal band nostrana? Io credo di no. Finita la birra mi fiondo dentro. Il locale è semideserto e nel corso della serata non raggiungerà le 150 persone. Dopo pochi attimi, direttamente dai boschi del Parco Nazionale d'Abruzzo, fanno il loro ingresso i SELVANS, quintetto dedito ad un black boschivo e a tratti letale. Non so perchè ascoltandoli mi sono venuti in mente i Naglfar di Vittra col cazzo girato. Ottima prova, buon carisma. Ascolterò il loro Lupercalia, fresco di 2015, perchè mi hanno incurosito. Dopo di loro è il turno dei DARKEND, band emiliana dall'ottimo curriculum vitae (due album all'attivo e tour coi Cradle of Filth nel 2012). L'atmosfera da rituale satanico (incenso a fiumi, cappucci, candele , caproni sul palco) è la cosa migliore che il gruppo ha da offrire, perchè per il resto, sarà l'acustica non eccellente o i miei gusti personali, il loro black metal sinfonico (genere finito con "Cruelty and the beast" dei COF) è piatto come una tavola da surf. A volte sembrano i Seth della trattoria, altre volte i Carach Angren più fracassoni ( e a me i Carach Angren fanno cagare a piedi uniti...quindi). Dopo l'esoterismo besciamella e culatello dei Darkend è il turno dei nostri eroi SHINING. Kvarforth è il frontman che tutti noi vorremmo essere: bello, alto, nervoso, spiritato. Regge il Jack Daniels (che offre ogni tanto anche agli astanti) come nessun altro essere umano sul globo terreste, fuma, si spegne la sigaretta addosso, sputa per terra, si fa del male...ma dispensa anche sorrisi di tanto in tanto. Un leader carismatico e folle, come dovrebbe essere. La scaletta è ottima e lunghissima (quasi 2 ore di concerto) e nonostante i suoni scarsetti e impastati, si dimostrano tutti dei grandi professionisti. Atmosfere morbose da brividi. Ma si sa, gli scandinavi sono superiori. In tutto.

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