Ci sono quei ragazzi che, in preda a manie di protagonismo, credono di essere dotati di qualità incredibili senza rendersi conto di essere gente normale e non supereroi, cosa purtroppo ben evidente anche al giorno d'oggi. Ma ci sono anche quei ragazzi che sono dotati di qualità di cui non ne sono nemmeno a conoscenza. Qualità che, come in questa pellicola, potrebbero avere a che fare, casualmente, con le macchine o con oggetti inanimati.

E proprio cinematograficamente parlando la tematica della fusione carne-macchina è forse una delle più complicate, agghiaccianti, ma anche una delle più interessanti tra quelle trattate nel corso degli ultimi (quasi) trent'anni. E non è un caso che ad essersi occupati di tale tema siano stati ben pochi, di cui ne spiccano due in particolare: uno è il canadese David Cronenberg, che con lavori come "Videodrome" o "Scanners" ha saputo rappresentare l'angoscia interiore dei personaggi delle sue pellicole, l'altro è colui che è stato soprannominato "il capostipite del cyberpunk giapponese": Shinya Tsukamoto.

Tutti lo conoscono per il suo capolavoro "Tetsuo: The Iron Man", vero e proprio cult movie della fine degli anni '80, realizzato con un basso budget ma con tanta e tanta qualità, devastante e straordinario, inquietante e veritiero, arte nel vero senso della parola.

Ma forse non tutti sanno che prima di tale lavoro, il nostro aveva cominciato con una serie di cortometraggi in Super 8, attraverso cui ha saputo farsi conoscere ed inventare uno stile tutto suo, per poi culminare con questo mediometraggio (circa 45 minuti), intitolato "Le Avventure Del Ragazzo Del Palo Elettrico".

Il protagonista è Hikari (interpretato dallo stesso Tsukamoto), ragazzo introverso schernito da molti per via di un palo elettrico che gli fuoriesce dalla schiena, ma grande amico della giovane Momo. Grazie ad una macchina del tempo, Hikari si ritroverà inconsapevolmente nel futuro, dove grazie all'anziana maestra Sariba troverà il modo per affrontare i temibili vampiri Shinsegumi, intenzionati a togliere definitivamente la luce dal mondo grazie alla costruzione di una bomba alimentata dalla vita di un'avvenente donna. Ma qui il nostro scoprirà una verità quasi agghiacciante...

Già si nota come viene usata abbondantemente quella tecnica ormai divenuta il biglietto da visita di Shinya: lo stop-motion, presente nella maggior parte delle scene del film (come la furia di Hikari, che abbatterà alla fine tutti i vampiri, oppure il punto in cui la macchina del tempo vola come una scheggia tra le metropoli del Sol Levante per teletrasportare il protagonista dritto nel futuro), elemento che darà alle opere di Tsukamoto quell'effetto quasi da videoclip che, diciamocelo, non fa mai male (poi se lo fa uno come Tsukamoto... è tutto dire). Strabiliante la colonna sonora, un po' noise, un po' punk, un po' elettronica... un po' tutto.

"Le Avventure Del Ragazzo Del Palo Elettrico" è l'inizio di tutto. Solo dopo tutto ciò verranno i due "Tetsuo", "Tokyo Fist", "A Snake Of June" e quant'altro appartenga alla mente di questo regista, mai tanto compreso da un popolo ignorante.

Forse, guardando quest'opera, c'è un Hikari in ognuno di noi. Forse anche noi siamo degli eroi "per caso". Forse anche noi abbiamo dentro di noi un ipotetico palo elettrico da usare per sconfiggere le minacce odierne. Qualcosa che ci viene invidiato da altri ma che inaspettatamente ci serve molto.

O no?

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