Dopo dieci anni di carriera in cui sinceramente i fan non sapevano che altro aspettarsi data la sconvolgente eterogeneità della sua opera (leggi: non vedevano l'ora di gettarsi nuovamente nel vuoto comprando a scatola chiusa il suo nuovo album), la cantante, cantautrice, musicista, produttrice, polistrumentista, vocalist, attrice, creativa e chissà quant'altro Ringo Shiina ha infine pubblicato il quarto album della sua carriera solista. La maggior parte del suo fandom ritiene che quest'artista giapponese abbia dato il suo meglio all'inizio (il primo album "Muzai Moratorium" fu accolto dalla critica nipponica come un'opera cardine degli anni '90) e come vocalist per i Tokyo Jihen, ma quello stesso fandom s'è piacevolmente ricreduto ascoltando questo nuovo album. "Sanmon Gossip" è stupendo: è un disco di una maturità assoluta, totale, di ampio respiro e meritevole di notorietà internazionale e di tutti quei Grammy che invece vengono dati a cani e porci. Al contrario del Ringo di Liverpool, la Ringo di Saitama migliora esponenzialmente con gli anni e miracolosamente non ha finora imbroccato un solo brano sbagliato: ce ne sono di più belli e di più brutti, sì, ma tutta la sua opera si inserisce in un percorso artistico perfettamente coerente il cui scopo è attraversare tutto il mondo della musica; Ringo zompetta su questo sentiero facendo la ruota per evitare le buche, pacificandosi col lupo invece di fuggirlo e scegliendo la direzione giusta ad ogni bivio: un passo dopo l'altro è arrivata nel 2003 a dare alle stampe "Kalk Samen Kuri No Hana", disco-capolavoro manifesto dell'impossibilità di scrivere un manifesto per il mondo musicale di questa cantante tanto è vasto ed onnicomprensivo il suo orizzonte, e nel 2009 ecco "Sanmon Gossip", ennesima dimostrazione che la musica non è ancora morta ed anzi può ancora dare molto.
"Sanmon Gossip" vuol dire "gossip da tre soldi", ma non c'entra nulla né con Brecht né con il contenuto dell'album né con il sound né con niente: Ringo Shiina ha scelto questo titolo perché le piace la Gibson SG, le piace la sigla SG ed ha abbinato alle lettere le parole "sanmon" e "gossip" che sono le sue preferite in giapponese ed in inglese. In conclusione, questo è l'album delle cose che le piacciono, e ad ascoltarlo pare che le piacciano solo cose belle. Dopo aver toccato nel suo percorso praticamente ogni forma di pop e rock, il cantautorato, le contaminazioni con la musica colta e l'elettronica di ogni tipo, è giunta l'ora di aprire il capitolo jazz: un album di Ringo Shiina però non è mai "solo" rock o "solo" pop o -in questo caso- "solo" jazz, ma è sempre un pout pourri enorme in cui l'artista colora i suoi brani con arrangiamenti di sconvolgente potenza e fantasia. Ascoltare per credere il meraviglioso brano d'apertura "Ryuukou" ("Moda") in cui il dialogo fra jazz, rock e rap (rap!!!) è perfetto, o quella sorta di brano alla James Bond che è "Mittei Monogatari" ("La storia dell'agente segreto") coi suoi zufoli e xilofoni e voci al walkie talkie, o ancora la composizione electro-chic "0 Chiten Kara" ("Dal punto 0") per rendersi conto nel giro di un quarto d'ora delle potenzialità sconvolgenti di quest'album in cui spesso fanno incursione come vere star le tre chitarre preferite dalla cantante (Gibson, Fender, Gretsch). E, su tutto questo meltin' pot jazzato, troneggia l'unico strumento fisso di tutte le canzoni: la voce super-nasale, super-stridula, super-acida e super-riconoscibile di Ringo Shiina, che non si capisce come faccia, ma riesce sempre a sposarsi alla perfezione tanto con l'orchestra in gran spolvero di "Tsugou No Ii Karada" ("Il corpo adatto allo scopo"), che sembra uscita da una commedia americana anni '50, quanto con "Mayakashi Yasaotoko" ("Gentiluomo contraffatto"), sconcertante samba post-moderna post-Kraftwerk post-cotton club, quanto pure con "Bonsai Hada" ("Mediocre talento"), straziante ballata esistenzialista accompagnata solo dalla fisarmonica francese. "Sanmon Gossip" è uno dei rari album che impediscono all'ascoltatore di skippare i brani: si ascolta solo se si hanno 50 minuti liberi a disposizione, consci che andrà sentito dall'inizio alla fine, e non tanto perché è un concept album da seguire per forza, ma perché la bellezza del suono e della strumentazione è così avvolgente che non si sente il bisogno di andare avanti saltando le canzoni né tantomeno si vuole stoppare. Ogni brano è egualmente bellissimo e nessuno prevaleggia: un disco corale, se così si può dire. Talmente importante è il rapporto strettissimo fra i pezzi che non è stato estratto alcun singolo: pur non essendo un disco senza interruzioni, "Sanmon Gossip" è concepito come un unico flusso di musica ininterrotta, sempre diversa, sempre nuova, sempre brillante. Non mancano alcune citazioni abbastanza esplicite, però non c'è un momento di banalità o di «già sentito»: si tratta, molto semplicemente, di un album davvero eccellente.
Semmai Ringo Shiina dovesse diventare famosa nel mondo e semmai dovesse lasciare qualcosa ai posteri, questo qualcosa sarebbe la maestria nell'arrangiamento: Sanmon Gossip potrebbe anche non essere un eccellente lavoro di melodia, armonia, testi, organizzazione o altro (ma lo è, lo è), però è senza ombra di dubbio un capolavoro di arrangiamento (probabilmente il migliore in assoluto sotto quest'aspetto), geniale nel suo rappresentare tutta la musica del mondo in ogni suo dettaglio, senza essere né pesante né didattico né didascalico. Nell'opera di Ringo Shiina c'è tutto, ed in Sanmon Gossip c'è una grande rappresentanza di questo tutto. Un miracolo di equilibrio sonoro.
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