Se qualcuno è alla ricerca del binomio "musica/rumore" non può che non ascoltare questo disco, uscito nel 2005. L'unica traccia, intitolata "Ladybird" (come l'album), è una vera e propria minaccia, una mina vagante, puro inquinamento acustico, quel genere di musica per cui la gente per bene scuote disgustata la testa in segno di compassione. Il gruppo ha dato luogo infatti ad una lunga e devastante improvvisazione di 42 minuti, fra ritmo assassino e schiaffi a colpi di chitarra. Il ritmo martellante ci farà compagnia per tutta la durata del brano proponendo sempre lo stesso ritmo (o quasi), seguita dall'instancabile lavoro di basso, nonché dalle malate e distorte bordate di chitarra. E in mezzo a tutto questo caos rieccheggierà la voce malata del cantante, ora tranquilla e sussurrante (scusate la rima), quasi amichevole, ora pazza e ululante, quasi uno sfogo di un pazzo maniaco omicida. Che altro aggiungere, gli ingredienti ci sono tutti.
Questo disco dei Shit and Shine non è che un assaggio della loro musica: infatti fino a oggi hanno pubblicato altri ottimi lavori come Jelous of Shit and Shine (2006) e Cunts with Roses (2007), ma il gruppo è famoso per le sue esibizioni live, dove emergono i tratti caratteristici del gruppo: interminabili impovissazioni e ritmi che sarebbero la perfetta colonna sonora di un pazzo nel pieno di una crisi (a tal proprosito è interessante notare che durante le esibizioni dal vivo usano spesso quattro batterie [!] ).
Per concludere, consiglio questo disco non solo agli appassionati di noise o industrial e generi associati, ma a tutti coloro il cui sogno è buttare giù la casa a suon di musica (possibilmente non la propria) o magari a tutti coloro che sono desiderosi di sapere sia il rumore fatto canzone. L'ultima indicazione: non adatto ai deboli di cuore (quindi non fatelo ascoltare a vosta nonna).
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