Forse qualcuno ricorderà la mia tormentata relazione coi Klaxons ed il mio successivo rifiuto di ogni cosa che avesse prefisso new e suffisso rave... bene, ci sono ricascato...
Mi ero finalmente iscritto all'università, lo studio procedeva molto bene e le ragazze mi ignoravano... preparavo l'esame di urbanistica tzigana B quand'ecco che la mia vita di studente modello casa-scuola-chiesa viene sconvolta dal ciclone Shitdisco, gruppo dalla line-up incerta e dal sound sporco e ballabile, che con pochi pezzi tra MySpace e indieblogs aveva risvegliato il mio ardore raver seppellito in quei mesi sotto tomi di tomologia e tecnologie dell'abrasione...
Ed ecco finalmente il disco, "Kingdom of fear", i primi ascolti esaltano, i pezzi sono delle bombe, e a differenza dei Klaxons il suono è rimasto sporco e bastardo quanto basta, ma la cosa che più mi esalta è la sezione ritmica... basso e batteria sono veramente a livelli sopraffini, basso quasi sempre su e giù per le ottave con un bel suono plettrato, batteria disco che più disco non si può, col charleston infiammato da battiti velocissimi e precisi... fu il delirio... abbandono lo studio del libro "l'annaffiatoio nella letteratura ucraina" e mi ridedico al mio caro vecchio basso Yamaha, studiando pedissequamente le evoluzioni bassistiche di questo grande album, lo studio procedeva molto bene e le ragazze mi ignoravano, mi presento all'esame di ippica atzeca in mutande alzando il dito medio davanti al professore che per uno strano caso della sorte è anche mio padre, macchio il libretto universitario con un 18 ed esco dall'aula soddisfatto, ero nuovamente un new raver.
E non potete immaginare la gioia di quando, su un pilone del ponte sotto il quale papà mi mandò a vivere, ho letto i nomi dei partecipanti a ITALIA-LOVE-FIRENZE-EX-AREZZO-WAVE, sì, c'erano anche loro... coi soldi ricavati dalla vendita di un cappotto e di un paio di organi vitali mi compro un biglietto in prima classe per andare a firenze a sentirli...
Dopo varie peripezie e incontri amorosi occasionali a buon prezzo, giungo al pratone dove si terrà il mio personale evento dell'anno... ed eccoli i miei idoli... tastierista giapponese compreso... ma soprattutto quei 2 maghi della sezione ritmica, uno più fatto dell'altro... parte il concerto... il bassista suona con la lingua e se ne frega delle ottave ribattute, il batterista spacca 8 bacchette ogni 13 sedicesimi recuperando i tre battiti mancanti con 3 grossolani errori, il chitarrista (che non avevo mai cagato) suona con una semplicità disarmante e irritante, il tastierista ha un'equalizzazione pesantemente virata sulle frequenze basse da puke vibrations... l'imprecisione la fa da padrone, insomma, abbastanza uno schifo... e qui i dubbi insorgono... siamo arrivati al punto che basta comprare uno strumento e una magliettina a pois chè alla fine qualche buon anima il disco te lo produce? Basta saper suonare uno per volta i pezzi della batteria, farseli mettere insieme da pro tools e diventare il nuovo bonzo? O più semplicemente sono un idiota io a farmi prendere da 'sta roba?
Ora, visto che la recensione è sul disco tre stelle gliele metto senza remore, perchè insomma... non è niente di speciale ma si lascia ascoltare e qualche pezzo bomba resiste, chiaro che la mia stima verso questi ragazzi è ben sotto le 3 stelle, ma forse non è nemmeno colpa loro...
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