"Our ill wills" è il secondo disco degli scandinavi Shout Out Louds, parte con un riff di chitarra acustica che ricorda (con qualche pennata in meno qua e là) il modo di suonarla di Jonnhy Marr. La melodia di tastiera che sembra presa da un outtake (buona) del periodo pop dei Cure. La voce di Adam Olenius che non fa nulla per non ricordare Robert Smith con quel pochino di zeppola sulle "esse" che ti fa tanto Svezia. Dolceamari sono i testi, accattivanti le melodie. Ma dimenticatevi i pezzi tirati che hanno lanciato il loro esordio.
Il nuovo lavoro dei cinque di Stoccolma appare più moderato nei tempi ma tempestato di piccole gemme midtempo. Fatto di misurati stop e temprati crescendo. Quello che stupisce infatti è la cesellatura delle strutture dei brani.. tutti potenziali singoli. Eppoi c'è Bebban Stenborg, lei suona, canta e scrive (ottimamente) ed è tutto ciò che potreste desiderare da una svedese.. Poi c'è la semplicemente bellissima (questa davvero singolo) "Impossible" brano che mi ha fatto scoprire questo disco (e quasi dimenticare l'esordio) con i suoi violini tutti al punto giusto e, nel testo, le vicende di un'amore che giocoforza, si incrociano con quelle esistenziali.
Per "South America" i nostri sembrano lanciarsi in un brano folkeggiante e Cure/Smithsesco allo stesso tempo: esperimento riuscito. Strumentale è la quasi title track "Ill wills" che può sembrare un piccola gemma pop a cui mancano solo le voci ma anche, veltronianamente, un piccolo bonsai acustico che può bastare a sè... Completa e altrettanto bella è la percussiva "Time left for love" con un inciso che definire assassino nella sua perfezione non è esagerato.
Insomma l'ennesimo scandinavo disco Bignami del pop rock da parte di ottimi artisti/giani... oramai lo si è capito... è tanto di questi tempi.
Tra i punti deboli del disco c'è forse un impastatura del suono per un disco che (a mio avviso) non dovrebbe essere troppo volutamente low fi. Ma è un disco che ti prende lentamente.. piano piano, ti incuriosisce.. e non ti lascia più.
Provatelo... crea una piacevole forma di dipendenza.
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