Un profilo particolare e una fisicità che ricorda quella del suo mentore: il naso aquilino, il corpo slanciato e dinoccolato, un fascino sottile che però è ben presente. Sibyl Amarilli Mostert, in arte solo Sibilla, è una cantante italiana di origini africane, nato nello Zimbabwe nel 1954. Ha una voce bella e particolare. La sua voce e il suo aspetto paiano aprirle le porte del cinema. Nel 1976 il regista cult italiano Enzo G. Castellari la chiama a cantare il brano portante del film Keoma. Il brano si intiola come il film, che è un bizzarro western con Franco Nero nel ruolo del protagonista, "Keoma" appunto, ed è scritto da due che le canzoni per i film le sanno scrivere: i fratelli Guido e Maurizio De Angelis, ovvero gli Oliver Onions. Questo fortunato avvio la porta ad essere una degli interpreti, la flautista, del film Prova d’orchestra di Federico Fellini, presentato fuori concorso a Cannes nel 1979. Sono forse questi sfolgoranti inizi che la fanno notare a Franco Battiato.
Il maestro ha vinto il Festival di Sanremo del 1981 come autore con "Per Elisa". La storia della canzone interpretata da Alice è risaputa. Parla di droga, eroina. E in quegli anni di spade e buchi è quantomeno coraggioso. Battiato, e il sodale di allora Giusto Pio, vogliono in qualche modo tentare il bis. Un'altra cantante con un fascino trasversale e un'altra canzone che parla di droga, anche se con piglio diverso, e questa volta in maniera molto più diretta. Il titolo è infatti "Oppio". Sibyl Amarilli Mostert diventa così Sibilla e viene messa d’imperio sotto contratto dalla EMI, insomma la strada pare spianata. Battiato e Giusto Pio le scrivono al volo due canzoni, "Sud Africa" e "Alta Tensione" che finiscono su un 45 giri promozionale stampato solo in 50 copie (la musica di "Sud Africa" verrà poi riciclata come parte integrante dello spettacolo teatrale, Quello Stolfo da Ferrara, portato in scena nel 1983 dal Teatro del Buratto), per aggirare il regolamento del Festival di Sanremo del 1983 che prevedeva che i partecipanti avessero all’attivo almeno un disco.
La canzone che invece Battiato e Pio confezionano per Sanremo è in pieno una canzone alla Battiato degli anni 80. Una marea di citazioni colte, un ritornello che è preso di peso del canto popolare ebraico "Hava Nagila", passaggi coraggiosi come “a quei tempi l’oppio ci costava meno di una birra” e una musica che mischia l’elettropop italico che tanto impazzava a quei tempi con le caratteristiche melodie del Battiato anni ’80. Insomma dovrebbe essere la discesa ad un successo garantito. Invece è la discesa all’inferno.
Ci si mette la sfortuna, o forse la sciatteria, o forse qualche mano cattivella (si disse anche). Sibilla sale sul palco del festival 1983, quello condotto dai figli d’arte. È un festival in playback. Ma lei canta dal vivo sulla base. Ma non le mettono la base ma il pezzo voce compresa. Il microfono è aperto e allora in TV si sente un osceno mix tra la canzone originale e la voce di Sibilla dal vivo sovrapposta e del tutto fuori scala, tempo, intonazione, visto che probabilmente sente in spia la voce registrata e va nel pallone. Eliminazione diretta. La leggenda dice che Battiato, che stava guardando il festival in TV, abbia riso a lungo istericamente con le mani tra i capelli.
Esce comunque il 45 giri Oppio/Svegliami, che sparisce quasi subito dalla circolazione e non riceve alcun riscontro. Battiato non l’abbandona a sé stessa subito. Il contratto con la EMI c’è e verso la fine dell’anno ci si riprova con un secondo 45 giri. Che forse è un po’ troppo pretenzioso. Il lato A è infatti la cover di un lieder del compositore settecentesco Jean Paul Egide Martini intitolato "Plasir d’Amour". Si va bene che si dice che fosse il brano preferito da Maria Antonietta, si va bene che anche Elvis lo rimeggiò, profondamente, per cavarci "Can’t Help Falling in Love", si va bene che lo aveva in repertorio anche Joan Baez ma insomma non se lo filò nessuno. A Battiato il brano piaceva, tanto che poi lo recupererà per la tracklist di Come un cammello in una grondaia. Sempre della coppia Battiato/Pio il lato B "Sex Appeal to Europe", che però non è una gran canzone. Insomma nonostante l’artwork del 45 curato da Francesco Messina (che aveva firmato anche quella del primo 45), che faceva la cover iconiche di Battiato e che spara in copertina una Sibilla molto sexy, nonostante la produzione di Angelo Carrara, nonostante la EMI per Sibilla la storia finisce qua.
L’ultima sua traccia la ritroviamo nel 1990 nel disco di Paolo Conte Parole d’amore scritte a macchina, dove è la voce femminile del brano "La canoa di mezzanotte". Poi se ne perdono le tracce.
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