Ed ecco un altro disco a lungo dimenticato, maturato meravigliosamente nel suo spazio di solitudine. Sibylle Baier è una cantautrice, poetessa e attrice tedesca e le canzoni di questo disco, registrate in casa tra il 1970 e il 1973 hanno dovuto aspettare fino al 2006 prima di vedere la luce. Solo a trent'anni di distanza infatti, il figlio Robby decide di rispolverare quelle perle materne e mette assieme un gioiellino di cantautorato non indifferente che la casa discografica Orange Twin non tarderà a pubblicare, mettendo così a segno un colpo vincente. Il disco infatti viene velocemente scoperto dai cultori entusiasti del folk, le recensioni sulle riviste e sul web si sprecano, la critica la osanna e probabilmente, per quanto assurdo, alla diretta interessata non interessa nemmeno più di tanto.

L'intimità delle 14 tracce del disco è indiscutibilmente adorabile e l'accompagnamento è tanto scarno quanto affascinante. La voce si muove spontaneamente cullata dalle sei corde in modo impeccabile e si rimane stupefatti ascoltando la perfezione di questi pezzetti di vita privata. Sibylle Baier infatti non le registra per un motivo specifico e diventare una star della musica non le interessa minimamente. Queste canzoni sono lo splendido risultato di una incontrollabile necessità e la sua voce morbida e ipnotica diventa il mezzo per liberare attraverso il suono le impressioni, i sentimenti e i fantasmi di una mente sensibile e ricettiva. Basta ascoltare "Forget About" per rimanere impressionati dalla perfetta essenzialità della composizione e dalla bellezza della voce che danzando delicatamente ci trasporta su altro pianeta. Il brano di apertura "Tonight" ha tutto il fascino dell'intimità domestica, "I Lost Something In The Hills" invece è probabilmente la canzone più introspettiva del disco e ci possiamo immergere in un testo ricco di spunti autobiografici e psicologici che, senza essere mai espliciti, ci permettono di fotografare nella nostra mente la delicata figura dell'autrice.

Intimità e sana malinconia sono gli ingredienti che rendono "Colour Green" un disco raro e prezioso che ci permette di assaporare, con un pizzico di indiscrezione, le confessioni soffuse di una mente splendidamente fragile.

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