Vedere questo film è come ricevere un pugno nello stomaco, uno di quelli così forti che ti tolgono il fiato per un minuto intero, per cui permettetemi di sconsigliare vivamente il film a chi è in cerca di due ore di disimpegno. Mentre chi vuol godersi del grande cinema anche al prezzo di un pò di sofferenza si accomodi!

"Onora il padre e la madre" (titolo suggestivo ma fuorviante rispetto all'originale "Before the Devil Knows you're dead") è un film nero, nerissimo ancora più desolante de "La 25a ora", più straziante di "Mistic River", più feroce de "Il buio nella mente". Un disillusione totale che probabilmente soltanto un regista navigato come Lumet, giunto alla veneranda età di ottantatre anni, può permettersi di avere.

La sceneggiatura, scritta dall'esordiente (al cinema) commediografa Kelly Masterson è di una semplicità archetipica: Andy (Philip Seymour Hoffman) ed Hank (Ethan Hawke), due fratelli diversissimi che (seppur ognuno a suo modo) navigano in cattive acque, decidono di organizzare una rapina alla gioielleria dei propri genitori. Sulla carta è il piano perfetto: a loro il bottino ed ai genitori i soldi dell'assicurazione; poichè però, come suol dirsi, il diavolo fà le pentole ma non i coperchi, la situazione sfugge loro di mano e durante la rapina ci resta secca la madre che quella mattina non doveva trovarsi lì.

Sulla base di questo plot la Masterson e Lumet costruiscono una struttura narrativa perfetta con una serie di flashback ad incastro degna dei più nobili esempi (da "Rapina a mano armata" a "Le iene"), con una fotografia digitale fantastica (anche soltanto il lungo piano sequenza in cui Hoffman si droga a casa del suo "amico" con quella luce livida che entra dalle vetrate del grattacielo basterebbe ad assegnare a Ron Dreville un oscar d'ufficio). Per non parlare infine della prova maiuscola fornita dal cast, dove un immenso Philip Seymour Hoffman viene superato sulla linea d'arrivo dalla terrificante prova del grande vecchio Albert Finney nella scena finale (e, per inciso, stupisce che l'Academy non si sia accorta almeno di queste due performances).

Ma La cosa veramente sorprendente è come questo film riesca ad essere allo stesso tempo un perfetto film di genere, una tragedia familiare ai livelli di "Fratelli" di Ferrara ed un tassello perfettamente omogeneo nella filmografia di Lumet (un regista che per lungo tempo non è stato considerato un "autore") con rimandi ad alcuni suoi capolavori come "Quel pomeriggio di un giorno da cani" e "L'uomo del banco dei pegni". Insieme a "la Promessa dell'assassino", altro film violento e bellissimo, sicuramente il miglior film che ho visto quest'anno.

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