25 Luglio 2005
Cavea Auditorium Roma
Sono le 21.10 e l'Auditorium non è ancora del tutto pieno... sul palco un quartetto formato da quattro ragazze intente a suonare strumenti elettrici e inventati da loro stesse... dopo quasi 40 minuti d’attesa qualcosa comincia a smuoversi e una serie di veli si srotolano davanti al palco a mo’ di sipario (molto molto "THE WALL")... finalmente la band fa il suo ingresso sul palco...
Il primo pezzo, che probabilmente sarà presente nel prossimo album, è si un bel pezzo, abbastanza Sigur Ros, ma non tanto entusiasmante... la scaletta procede con "Swefn G Englar" suonata in modo egregio, con una perfezione tale che la differenza con l'album registrato in studio è minima.
E' il turno di "Ny Battery" suonata anch'essa alla perfezione ma le aspettative cominciano ad affievolirsi.
Sì, insomma è comunque un concerto dei Sigur Ros ma il desiderio è di vedere qualcosa di diverso, che si distanzi dai video presenti in rete o dai Dvd messi in commercio sulla band.
Al termine di "Olsen Olsen" comincio a pensare che i 25 euro potevo anche risparmiarmeli.
Dopo aver suonato un altro pezzo di "Agaetys Byrjun" i quattro cominciano a sfornare i loro nuovi pezzi... il sound si è evoluto e sembra sia maturato... si tratta di suite più o meno lunghe la cui struttura adesso non è più quella di un unico tema centrale dilatato fino allo sfinimento ("Swefn G Englar"), ma è un qualcosa di più simile ad "Echoes" dei Pink Floyd o alla loro "Vioar vel til loftarasa"... cambi repentini di ritmi e temi apparentemente scollegati fra loro ma capaci lo stesso di creare qualcosa di unico.
Fortunatamente il concerto comincia a risollevarsi gradualmente per poi raggiungere lo splendore con l'esecuzione di "Vioar vel til loftarasa"... il pezzo è eseguito in maniera magistrale con un tale coinvolgimento emotivo da parte della band che al termine dell'escuzione si assiste ad un fragoroso applauso, il primo vero applauso della serata.
D'ora in avanti il concerto si assesta su un livello più che buono e diventa un susseguirsi di emozioni, pelle d'oca e soddisfazione.
Nel finale si assiste a un qualcosa di sconvolgente... l'esecuzione della "Track 8" di ( )... dopo un inizio pacato il palco si trasforma in un'esplosione di immagini distorte, riverberi, fasci di luce... di energia pura... il pezzo raggiunge una forza e una potenza inimmaginabile... la voce di Jonsi si erge dal ritmo assordante della batteria e del basso in maniera quasi eroica. Un gran finale esaltante dopo il quale risulta d'obbligo una sigaretta!
A mezzanotte e dieci la serata giunge al termine... l'Auditorium si svuota... tirando le somme l'impressione è che le aspettative siano state più che confermate e la sensazione finale è quella di aver assisito a qualcosa di unico.
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